Momenti intensi, interessanti, inediti e a tratti anche intimi e commoventi quelli vissuti martedì sera a Presenza Sud a Mendrisio per la presentazione del libro di padre Paolo dall’Oglio «Il mio testamento»
Dal 13 giugno è in libreria «Una mano da sola non applaude. La storia di Paolo Dall’Oglio letta nell’oggi» (ed. Ancora).
Ha raccontato i 5 mesi di prigionia e la liberazione «coraggiosa» nel libro «Un monaco in ostaggio. La lotta per la pace di un prigioniero dei jihadisti». Oggi arriva la sua consacrazione episcopale.
L’Associazione Amici di Padre Dall'Oglio si è ritrovata ieri sera, 13 febbraio, a Roma insieme ai familiari e a tante associazioni italiane per una fiaccolata e un momento di riflessione dedicato al gesuita rapito in Siria nel 2013.
A cinque anni dal rapimento, le testimonianze di chi lo vide quel 29 luglio e il primo giornalista italiano giunto a Raqqa per indagare sulla scomparsa del gesuita indicano il nome di un emiro dell’Isis, ancora residente in Siria.
Sono ormai 5 anni che il religioso italiano fondatore di una comunità monastica ecumenica di dialogo con sede a nord di Damasco è stato rapito. Di lui e di due vescovi della regione appartenenti a Chiese orientali non si hanno più notizie dal 2013.
Jacques Murad, monaco siriano di Deir Mar Musa, racconta l’ultima strage jihadista a Qaryatayn e le violenze sui profughi siriani in Libano.
29 luglio 2013, scompare in Siria padre Paolo Dall’Oglio. Forse rapito, forse ucciso da estremisti islamici.
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