L'autore, quest'anno, è Mario Delgado, membro della commissione di dialogo ebraici/cattolici della Svizzera della CVS e professore di Storia della Chiesa e Direttore dell'Istituto per lo Studio delle Religioni e il dialogo interreligioso all'Università di Friborgo.
Il messaggio è stato letto in occasione del IV Simposio Globale Uniservitate, che ha riunito esperti nel settore dell’istruzione provenienti da tutti i continenti presso l'Università di La Salle a Manila.
Al vescovo di Hiroshima, città che ospita fino a domenica il summit delle maggiori econome mondiali, Francesco scrive una lettera auspicando che la ricerca della stabilità internazionale sia frutto di una azione multilaterale «integrale»: le armi nucleari generano paura e sospetto, un approccio fraterno è la sola strada per un futuro.
Francesco incontra le ragazze e i ragazzi dell'Ungheria nel pomeriggio della seconda giornata del suo viaggio apostolico a Budapest. Tra loro prende forma un dialogo caloroso e sincero: i giovani raccontano al Papa la ricerca di Dio e di una vita autentica e felice, Francesco indica la via: oltrepassare i propri interessi e come Gesù mettersi in gioco per servire i fratelli
Padre Mourad è stato ordinato vescovo il 3 marzo scorso; affida il suo pensiero – il primo da quando è stato ordinato – ad Aiuto alla Chiesa che Soffre in occasione della Quaresima.
A lanciarlo è il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), mons. Gintaras Grušas, in un messaggio dal titolo «Chiamati a essere costruttori di pace!».
Nelle parole del Pontefice gli auspici di una riconciliazione concreta tra Russia e Ucraina ma anche l'appello per una «cultura della pace» che sia coltivata in ogni momento nel cuore di tutti e infine l'invito a concepire la sinodalità come un rinnovato modo di essere Chiesa.
Una riflessione del presule in vista della celebrazione del Natale, con la consapevolezza che ogni traccia di bene, anche se piccola, è preziosissima.
«Siamo passati, senza soluzione di continuità, dal cauto sollievo per una lenta e ancora incerta uscita dalla pandemia, al clima di angoscia provocato da una guerra carica di oscuri presagi. Come ci trova il Signore che si è levato dal suo giaciglio nel sepolcro? Come i discepoli nell’orto! Addormentati per la tristezza, frastornati dal dolore, intontiti di fronte all’arroganza con cui le forze del male sembrano prevalere sui nostri desideri di pienezza di vita e di pace».
«La cultura della cura come percorso di pace». È questo il tema della Giornata mondiale della Pace giunta quest’anno alla sua 54 esima edizione. Istituita da Paolo VI nel 1968, quando il mondo era in tensione anche per il conflitto in Vietnam, da allora ad oggi, tutti i pontefici indirizzano il 1. gennaio un messaggio a grande valenza sociale.
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