Papa e Vaticano

Il Papa ai giovani ungheresi: interrogatevi su cosa fate per gli altri, per la società e la Chiesa

La Papp László Budapest Sportarena è il più grande palazzetto dello sport al coperto di Budapest: è qui che Papa Francesco ha incontrato nel pomeriggio di oggi i giovani ungheresi, circa 12 mila, in rappresentanza degli oltre 45 mila studenti delle scuole superiori e delle università cattoliche del Paese, dei ragazzi e ragazze impegnati nelle parrocchie e di quelli appartenenti ai movimenti ecclesiali giovanili.

«Interroghiamoci sulla nostra capacità di amare»

«Quando pregate, non abbiate paura di portare a Gesù tutto quello che passa nel vostro mondo interiore: gli affetti, i timori, i problemi, le aspettative, i ricordi, le speranze, anche i peccati». Così il Papa ai giovani, spiegando che «la preghiera è dialogo, è vita» ed esortando ad avere «il il coraggio del vero, che non è mostrare di non aver mai paura, ma aprirsi e condividere le proprie fragilità con il Signore e con gli altri, senza nascondere, senza camuffare, senza indossare maschere». «Pregare non è noioso, siamo noi a renderlo noioso», ha aggiunto a braccio: «Pregare è un incontro con il Signore, è bello.

ll Signore non fa grandi cose con persone straordinarie, ma con persone vere.

Invece, chi si basa sulle proprie capacità e vive di apparenze per sembrare a posto, tiene lontano Dio dal cuore, perché si occupa soltanto di sé stesso. Gesù con le sue domande, con il suo amore, con il suo Spirito, ci scava dentro per fare di noi persone vere. E oggi c’è tanto bisogno di persone vere! Sai qual è il pericolo oggi? Di essere una persona finta. Per favore, non siate mai persona finta, ma sempre persona vera, con la la propria realtà.

Il Signore ci vuole così come siamo: vai avanti, non spaventarti delle tue miserie». 

Di qui l’invito a «prendere in mano la vita per aiutare il mondo a vivere in pace»: «Lasciamoci scomodare da questo, chiediamoci, ciascuno di noi: io che cosa faccio per gli altri, per la Chiesa, per la società, per i miei nemici? Vivo pensando al mio bene o mi metto in gioco per qualcuno, senza calcolare i miei interessi?

Interroghiamoci sulla nostra gratuità, sulla nostra capacità di amare, amare secondo Gesù, cioè di servire».

Sapersi fermare

«Oggi c’è la grande tentazione di accontentarsi di un cellulare e di qualche amico. Ma, anche se questo è ciò che fanno tanti, anche se fosse quello che ti va di fare, non fa bene. È una cosa stupida», è il monito del Papa. «Oggi tutto vi dice che bisogna essere veloci, efficienti, praticamente perfetti, come delle macchine! Ma poi ci accorgiamo che spesso finiamo la benzina e non sappiamo cosa fare. Fa tanto bene sapersi fermare per fare il pieno, per ricaricare le batterie». Il silenzio, in questo caso, è «il terreno su cui coltivare relazioni benefiche, perché permette di affidare a Gesù ciò che viviamo, di portargli volti e nomi, di gettare in lui gli affanni, di passare in rassegna gli amici e dire una preghiera per loro», ha spiegato il Papa. «Il silenzio – infatti – ci dà la possibilità di leggere una pagina di Vangelo che parla alla nostra vita, di adorare Dio ritrovando così la pace nel cuore. Il silenzio permette di prendere in mano un libro che non sei costretto a leggere, ma che ti aiuta a leggere l’animo umano, di osservare la natura per non stare solo a contatto con cose fatte dagli uomini e scoprire la bellezza che ci circonda. Ma il silenzio non è per incollarsi ai cellulari e ai social; no, per favore: la vita è reale, non virtuale, non avviene su uno schermo, la vita avviene ma nel mondo! Per favore, non virtualizzare la vita, che è concreta!».

Il coraggio di osare

Quindi, il cuore del discorso: «Chi osa vince. E per vincere ci sono due passaggi fondamentali, come nello sport: primo, puntare in alto; secondo, allenarsi. Se hai un talento non metterlo da parte pensando che per essere felice basti il minimo indispensabile: un titolo di studio, un lavoro per guadagnare, divertirsi un po’… Hai una buona qualità? Investi su quella, senza paura, vai avanti! Senti nel cuore che hai una capacità che può far bene a tanti? Senti che è bello amare il Signore, creare una famiglia numerosa, aiutare chi è bisognoso? Non pensare che siano desideri irrealizzabili, ma investi sui grandi traguardi della vita!».

Viceversa, «non si diventa grandi scavalcando gli altri, ma abbassandosi verso gli altri; non a discapito degli altri, ma servendo gli altri», il monito del Papa, che aggiunge: «Gesù è felice che raggiungiamo grandi traguardi. Non ci vuole pigri e poltroni, non ci vuole zitti e timidi, ci vuole vivi, attivi, protagonisti della storia. E non svaluta mai le nostre aspettative ma, al contrario, alza l’asticella dei nostri desideri».

Agire, dunque, anche nella consapevolezza, che «Dio non vuole condannare, ma perdonare. Dio perdona sempre, è pronto a rialzarci ad ogni nostra caduta! Con lui non dobbiamo mai avere paura di camminare e andare avanti nella vita. Non fa prediche, ma fa la strada insieme a ognuno di noi: non vuole che i suoi discepoli siano scolari che ripetono una lezione, ma giovani liberi e in cammino, compagni di strada di un Dio che ascolta i loro bisogni ed è attento ai loro sogni».

Viaggiare insieme

Allenarsi, nello specifico, significa entrare «in dialogo con Gesù, che è il miglior allenatore possibile». «Lui ti ascolta, ti motiva, crede in te, sa tirar fuori il meglio di te», ha osservato il Papa. «E sempre invita a fare squadra: mai da soli ma con gli altri. Questo è molto importante: se tu vuoi maturare nella vita, vai avanti facendo squadra, nella comunità, vivendo esperienze comuni». «Penso, ad esempio, alle Giornate Mondiali della Gioventù, e colgo l’occasione per invitarvi alla prossima, che sarà in Portogallo, a Lisbona, all’inizio di agosto», l’invito di Francesco, in quello che è oggi è stato una sorta di «prova generale» dell’evento che si svolgerà nella capitale portoghese dal 1° al 6 agosto prossimi.

Agensir/vaticannews/red

29 Aprile 2023 | 19:35
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