1. gennaio: il messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace

«La cultura della cura come percorso di pace». È questo il tema della Giornata mondiale della Pace giunta quest’anno alla sua 54 esima edizione. Istituita da Paolo VI nel 1968, quando il mondo era in tensione anche per il conflitto in Vietnam, da allora ad oggi, tutti i pontefici indirizzano il 1. gennaio un messaggio a grande valenza sociale.

La crisi del Covid-19 nel contesto globale
«Il 2020 è stato segnato dalla grande crisi sanitaria del Covid-19 – scrive papa Francesco nel suo messaggio – trasformatasi in un fenomeno multisettoriale e globale, aggravando crisi tra loro fortemente interrelate, come quelle climatica, alimentare, economica e migratoria, e provocando pesanti sofferenze e disagi». Il pensiero del Pontefice va «a coloro che hanno perso un familiare o una persona cara, ma anche a quanti sono rimasti senza lavoro». Ma anche «ai medici, agli infermieri, ai farmacisti, ai ricercatori, ai volontari, ai cappellani e al personale di ospedali e centri sanitari, che si sono prodigati e continuano a farlo, con grandi fatiche e sacrifici, al punto che alcuni di loro sono morti nel tentativo di essere accanto ai malati, di alleviarne le sofferenze o salvarne la vita», scrive Bergoglio. Il Papa, dopo aver reso omaggio a tutte queste persone, lancia l’ennesimo appello ad un accesso garantito per tutti «ai vaccini contro il Covid-19 e alle tecnologie essenziali necessarie per assistere i malati e tutti coloro che sono più poveri e più fragili». In tal senso il Vaticano ha pubblicato il 29 dicembre un documento bioetico in 20 punti sull’accesso ai vaccini.

Le derive politiche
Il Papa sottolinea quindi alcuni aspetti politici di attualità. «Duole constatare che, accanto a numerose testimonianze di carità e solidarietà, prendono purtroppo nuovo slancio diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia e anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione. (…) Perciò ho scelto come tema di questo messaggio: la cultura della cura come percorso di pace. Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente».

Percorsi di pace
«La cultura della cura», spiega il Papa, chiede «impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti. La disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace. In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia». Bergoglio sottolinea l’interdipendenza umana, fondata su dignità personale e ricerca del bene comune: «In questo tempo, nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente in cerca di un orizzonte più calmo e sereno, il timone della dignità della persona umana e la bussola dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune». Forte, infine, è l’invito del Papa a non cedere all’indifferenza e all’individualismo: «Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo ma impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente». (agenzie/red)

1 Gennaio 2021 | 05:46
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