Il video-messaggio del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in occasione della Giornata della Memoria, che che si celebra oggi 27 gennaio.
Una quarantina di ebrei romani furono salvati dalla persecuzione dei nazisti grazie al ›morbo di K’. Un’invenzione dei medici del Fatebenefratelli che servì a tenere lontane le SS nel timore del contagio.
Un evento pubblico lunedì prossimo, 27 gennaio alle 19.30, al palazzo dei congressi di Lugano (sala B), su iniziativa della scuola media di Barbengo.
«Auschwitz – si legge nel documento – è diventato il simbolo di tutti i campi di concentramento tedeschi e anche di tutti i luoghi di sterminio».
Simonetta Sommaruga, da Presidente della Confederazione svizzera, rappresenterà il 27 gennaio la Svizzera alla cerimonia di commemorazione del 75esimo anniversario dalla liberazione dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Si recherà sul posto assieme ad alcuni sopravvissuti svizzeri e a due studenti.
Il pensiero di Bergoglio in ricordo degli orrori dell'Olocausto, la vicinanza al popolo Venezuelano, il ricordo delle vittime in Colombia e nelle Filippine.
Il buono? «È la sicurezza del nostro rifugio, la mia salute, la mia stessa esistenza». Il bello? «La bellezza è quella interiore, quella che si legge e si scopre negli occhi delle persone». Sono affermazioni di Anna Frank tratte dal suo Diario, che verrà messo in scena nei prossimi giorni dall'Oratorio di Balerna.
L’Assemblea Generale dell’ONU il 1° novembre 2005 ha deliberato che il 27 gennaio si celebrasse la Giornata della Memoria. «In ogni inciampo – riflette Madre Dobner, monaca carmelitana – l’Altissimo si rivela, malgrado i limiti delle persone e la tragicità delle vicende, e sa trarre dal male più esecrabile, il bene più limpido. Agire nella storia però è nelle nostre mani. Le pietre d’inciampo sono portatrici di memoria vivente che impedisce di obliare e sospinge ad agire diversamente».
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