Il commento all'enciclica 'Fratelli tutti' del giornalista Andrea Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani.
Presentata oggi dai cardinali Parolin e Ayuso Guixot, da Mohamed Abdel Salam del comitato per la fratellanza umana, da Andrea Riccardi di Sant'Egidio e dalla professoressa Anna Rowlands dell'università inglese di Durham
Il testo è «ispirato» dal dialogo tra il Papa e il Grande Imam di Al Azhar. Si propongono dialogo e amicizia sociale come vie per una migliore politica. Un documento dal cuore «aperto al mondo» dove si affrontano i grandi problemi sociali di oggi nel nome di una «Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi e dalla sue sacrestie, per accompagnare la vita e sostenere la speranza».
L’enciclica di Papa Francesco «Fratelli tutti», la terza del pontificato dopo «Lumen Fidei» e «Laudato sì», sarà resa pubblica il 4 ottobre prossimo – festa di San Francesco – a mezzogiorno. La notizia è stata diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede.
Il giorno prima, Bergoglio firmerà il messaggio sulla tomba di San Francesco ad Assisi.
Il documento ha per sottotitolo «Sulla fraternità e l’amicizia sociale». La cerimonia sarà senza fedeli nel rispetto dell’attuale situazione sanitaria.
Il Pontefice parlerà al mondo dei cambiamenti necessari nell’organizzazione sociale e produttiva, delle necessità di salvaguardare il creato, di farsi carico gli uni degli altri, della sempre più necessaria fratellanza umana.
Un appello a tutti i cristiani per l’unità dei discepoli di Gesù. L’Enciclica di Papa Wojtyla aiuta a guardare la realtà di oggi con nuovo slancio ecumenico.
L’Enciclica Laudato si’ di Bergoglio compie 5 anni. Nel testo – osserva il professor André-Marie Jerumanis della Facoltà di teologia di Lugano – si trovano delle chiavi di lettura valide anche per la crisi globale legata alla Pandemia.
Cinque anni fa la pubblicazione dell'enciclica di Papa Francesco, un documento che ha segnato un passaggio decisivo nell'impegno mondiale alla cura del creato. Ripercorriamo i vari passaggi insieme al direttore della rivista Nigrizia.
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