Il 20 settembre scorso, presso il palazzo delle Nazioni Unite a New York, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, ha firmato per la Santa Sede, anche a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, adottato il 7 luglio 2017 al termine della conferenza delle Nazioni Unite finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante per proibire le armi nucleari.
Il rappresentante vaticano, monsignor Janusz Urbanczyk, intervenuto a Varsavia all’apertura dell’Incontro sulla dimensione umana.
Negli annali delle note diplomatiche della Santa Sede in merito a crisi in diverse regioni del mondo, da molto tempo, non si registrava una presa di posizione come quella pubblicata poco fa con la «firma» della Segreteria di Stato a nome del Santo Padre.
«Fare fronte comune contro le diverse forme di corruzione, crimine organizzato e mafia»: è l’obiettivo del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, attraverso la sua Consulta sulla giustizia. Ad annunciarlo è il documento finale emerso dal dibattito sulla corruzione svoltosi in Vaticano il 15 giugno scorso.
L'osservatore vaticano presso l’Onu, Bernardito Auza, intervenuto a New York in vista della plenaria ad alto livello sulla revisione del Piano di azione globale di lotta al traffico di persone.
«La tutela delle ricchezze culturali costituisce una dimensione essenziale della difesa dell’essere umano» ha affermato il Pontefice lo scorso 30 novembre, ribadendo come tale custodia rappresenti «una nuova tappa nel processo di attuazione dei diritti umani».
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