La Santa Sede contro la tratta: «Gli esseri umani non sono merce di piacere o guadagno»

La tratta umana è «una delle realtà più spaventose del mondo contemporaneo». Bisogna estirparla, cominciando dal contrastare quella mentalità, propria dei trafficanti, che reputa gli esseri umani «una merce», «meri strumenti di piacere o di guadagno». È uno dei passaggi più significativi dell’intervento di giovedì scorso a New York di monsignor Bernardito Auza, osservatore permanente presso la Santa Sede all’Onu, in vista della plenaria ad alto livello in programma a settembre sulla revisione del Piano di azione globale di lotta al traffico di persone.

 

Occorre contrastare l’indifferenza e soprattutto la disumanizzazione, denunciata da Papa Francesco nella Laudato sì, prodotto culturale di una «ecologia umana corrotta che cosifica le persone calpestandone ogni diritto, schiavizzandole forzatamente», ha detto l’arcivescovo nel suo discorso riportato dalla Radio Vaticana. In secondo luogo, ha suggerito, si devono curare i bisogni delle vittime della tratta, con speciale sensibilità nei confronti del trauma da loro subito, per liberarli dalla condizione di schiavitù e restituirli alla loro innata dignità.

 

Non basta infatti preoccuparsi di fornire loro abitazioni sicure e una regolarizzazione dello status. Secondo Auza, è necessario coordinare ogni competenza: legale, educativa, medica, psicologica. Allo stesso modo è riduttivo limitarsi a descrivere i fattori che determinano un terreno fertile per lo sfruttamento delle persone: povertà, disoccupazione, crisi migratoria, ambientale, economica o politica.

 

Monsignor Auza ha esortato poi ad accompagnare le vittime nel «lento percorso di recupero di dignità e speranza», nel risveglio da «un lungo incubo» infondendo fiducia nella possibilità di tornare a sognare e costruire una vita migliore. Nel suo discorso il delegato vaticano all’Onu ha citato anche l’impegno della Chiesa Cattolica in questo ambito: dal Gruppo Santa Marta alle reti religiose come Talita Khum e Renate, la cui opera è finalizzata a riabilitare e reintegrare tutti coloro che sono caduti in questa pericolosa rete del traffico di esseri umani.

(VaticanInsider)

26 Giugno 2017 | 12:00
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