«E’ una situazione fuori controllo»: la denuncia forte di Save the Children, che chiede all’Europa d’intervenire nel Paese nordafricano, dove i migranti, anche minori, patiscono gravissime violazioni dei diritti umani.
Si aggrava la crisi politica ed economica ad Haiti che sta mettendo a dura prova l’intero sistema di cure nel Paese. In questo contesto, Medici senza frontiere (Msf) apre un nuovo ospedale traumatologico nell’area di Tabarre, a Port-au-Prince. Il sistema sanitario di Haiti, infatti, non riesce più a coprire le esigenze.
Torna il caos ad Haiti. Da domenica la gente è tornata a scendere in piazza nella capitale Port-au-Prince e in altre città contro il Governo, a causa soprattutto della mancanza di carburante, che prosegue da tre settimane. La gente ha alzato barricate e lunedì si sono verificati spari e lanci di pietre. Ci sono alcune vittime. Si tratta dell’ennesima manifestazione di una lunga serie, contro il presidente Jovenel Moise. Da oltre un anno la gente scende in piazza per chiederne le dimissioni, in seguito a un rapporto della locale Corte dei Conti sullo scandalo emerso nell’ambito del programma di sviluppo Petrocaribe, avviato dal Venezuela dell’allora presidente Hugo Chávez. Il Paese è in pratica paralizzato.
Marzio Fattorini, in missione in Venezuela da 17 anni per la Diocesi di Lugano, a fianco di don Angelo Treccani, ci conferma la gravità della situazione nel paese latinoamericano.
La drammatica realtà dei fatti — al confine meridionale la città di Tapachula, in Chiapas, sta vivendo una vera e propria crisi umanitaria — ha spinto martedì scorso il presidente della Conferenza episcopale, Rogelio Cabrera López, a diffondere un appello alle autorità di quel distretto federale affinché attuino un adeguato piano di emergenza.
L'organizzazione mondiale della sanità lancia l'allarme.
Colpi di mortaio si registrano anche nel centro della capitale. Il Nunzio card.. Zenari parla della recrudescenza dei combattimenti. Intanto la Turchia si prepara ad assediare le milizie curde ad Afrin.
Moein Merhebi, titolare del dicastero per gli Sfollati, riferisce che il numero è calato a 980mila unità circa. Al contempo sono diminuiti anche i finanziamenti di nazioni e ong internazionali. Resta essenziale l’opera di distribuzione degli aiuti. Intanto Damasco si prepara al rientro dei rifugiati.
Oltre un milione di persone senza acqua a Taiz, Saada, Hodeida, Sana’a e Al Bayda. Secondo l’Unicef, 1,7 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta».
Le Nazioni Unite sono pronte a entrare nella città siriana di Raqqa in Siria da dove l'Is è stato espulso.
‹›