Cinque anni fa, la visita di Francesco nel lager nazista nell'ambito del suo viaggio in Polonia per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia del 2016. Meno di due ore trascorse tra luoghi di morte e persecuzione, che il Pontefice volle condurre nel silenzio più assoluto, comunicando il dolore per l'orrore della Shoah solo attraverso simboli e gesti.
Papa Francesco ha baciato il marchio da ex prigioniera di Auschwitz tatuato sul braccio di Lidia Maksymowicz, sopravvissuta ai lager nazisti.
Nel giorno in cui si celebra la Giornata della Memoria, ripercorriamo le toccanti visite dei tre Papi nel campo di sterminio nazista. «Se perdiamo la memoria, – scrive oggi in un tweet il Papa – annientiamo il futuro. L’anniversario dell’Olocausto, l’indicibile crudeltà che l’umanità scoprì 75 anni fa, sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve, per non diventare indifferenti».
Una quarantina di ebrei romani furono salvati dalla persecuzione dei nazisti grazie al ›morbo di K’. Un’invenzione dei medici del Fatebenefratelli che servì a tenere lontane le SS nel timore del contagio.
Simonetta Sommaruga, da Presidente della Confederazione svizzera, rappresenterà il 27 gennaio la Svizzera alla cerimonia di commemorazione del 75esimo anniversario dalla liberazione dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Si recherà sul posto assieme ad alcuni sopravvissuti svizzeri e a due studenti.
C’erano cinquecento allievi di quarta Liceo di tutto il Ticino, questo lunedì 3 dicembre nell’aula magna dell’Usi di Lugano ad accogliere Liliana Segre. E ancora un lampo ci ricollega a oggi: «Sono stata una clandestina con documenti falsi; sono stata richiedente l’asilo respinta; sono stata bambina schiava lavoratrice». Il 18 gennaio scorso, il presidente italiano Sergio Mattarella l’ha nominata senatrice a vita.
La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.
Separata dagli affetti ad Auschwitz, Liliana Segre, oggi tra le più attive testimoni della Shoah, ha incontrato gli allievi di una classe speciale e del Liceo di Bellinzona.
Le foto in bianco e nero del 27 gennaio del 1945 raccontano l’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birchenau. Oggi le immagini a colori dei treni che «deportano» i migranti o che in fila, sotto la neve, attendono un pasto celano indifferenza globale.
Anche i nostri giovani ticinesi si sono recati nei campi di concentramento, portando a casa ricordi ed emozioni indelebili. Ecco alcune testimonianze.
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