Ticino e Grigionitaliano

Azione Cattolica Ticinese: «Tempo di incertezza, trasformiamolo in grazia»

Preoccupazione e speranza: mentre il coronavirus chiede a tutti di cambiare abitudini e stili di vita, è possibile riscoprire in questo tempo opportunità di grazia e vicinanza agli altri.

È il pensiero dell’Azione Cattolica Ticinese, espresso in una lettera indirizzata ai soci da parte di Luigi Maffezzoli, responsabile degli Adulti, e Gisella Alves, responsabile dei Giovani.

Proprio nei giorni in cui «la «distanza sociale» raccomandata dalle nostre autorità cantonali e federali è importante per proteggere i più vulnerabili» – sottolineano i coordinatori ACT – «auspichiamo però che una certa vicinanza venga mantenuta, anche solo idealmente. La vicinanza verso i poveri, i più deboli, i più soli che in questo momento rischiano di vivere ancor più isolati e dimenticati. Trasformiamo questa vicinanza in solidarietà concreta se per esempio è necessario portare la spesa a casa di chi non può uscire, o telefonare per informarsi sulla salute e sulle necessità di chi sappiamo aver bisogno».

La sospensione di molte attività, poi, libera tempo per la preghiera: «Non sprechiamo questa occasione: quei dieci minuti al giorno per leggere e meditare sulla Parola che la liturgia ci offre quotidianamente, oggi li abbiamo a disposizione».

Nelle scorse settimane, l’ACT aveva temporaneamente sospeso le tradizionali attività per una pausa utile al ripensamento e al rilancio della proposta associativa.

Di seguito il testo completo della lettera:

Care amiche e cari amici,

non è trascorso molto tempo dalla decisione di sospendere per un anno le tradizionali attività di Azione cattolica per i giovani e i ragazzi. Mai avremmo immaginato che per altri motivi, ben più gravi, avremmo visto annullare in queste settimane, uno dopo l’altro, tutti gli incontri e i momenti aggregativi programmati in Ticino. A questo ci uniamo anche noi, sospendendo da qui fino al 29 marzo tutte le attività che prevedono la partecipazione di più persone, come riunioni e incontri.
La pandemia di coronavirus è entrata nelle nostre case, nei posti di lavoro, nelle scuole. Ha coinvolto centinaia di persone anche nel nostro Cantone, stravolgendo comportamenti e abitudini che regolavano la vita quotidiana.

Abbiamo imparato che le regole igieniche più elementari possono salvare vite umane e che la «distanza sociale» raccomandata dalle nostre autorità cantonali e federali è importante per proteggere i più vulnerabili, come gli anziani e le persone più fragili. Mantenere una certa distanza fisica è diventato fondamentale, anche se ci sembra così strano non poter stringere una mano o parlare con una persona a più di un metro di distanza.

Auspichiamo però che una certa vicinanza venga mantenuta, anche solo idealmente. La vicinanza verso i poveri, i più deboli, i più soli che in questo momento rischiano di vivere ancor più isolati e dimenticati. Trasformiamo questa vicinanza in solidarietà concreta se per esempio è necessario portare la spesa a casa di chi non può uscire, o telefonare per informarsi sulla salute e sulle necessità di chi sappiamo aver bisogno.

In ciascuna di queste persone incontriamo Cristo, così come lo incontriamo nell’Eucaristia domenicale che per molti, in questo tempo, viene a mancare. L’impossibilità di nutrirci del corpo di Gesù ci fa toccare con mano la nostalgia dell’incontro con lui nella comunità. Quella comunità – come ha recentemente scritto la presidente dell’Azione cattolica ambrosiana, Silvia Landra – «che abita in noi perché intuiamo, senza essere teologi, che il mistero dell’Eucarestia vive anche nel gesto del ritrovarsi e del condividere».

Trasformiamo questo tempo di incertezza e limitazioni in tempo di grazia e disponibilità al servizio degli altri. Un servizio che arriva imprevisto ma al quale non dobbiamo sottrarci. In questo modo riscopriremo il «bene comune», che vince l’egoismo del desiderio e dell’interesse personale, crescendo insieme guadagnandoci tutti.

«L’Azione cattolica», ricorda ancora Silvia Landra, «ha scelto di stare dentro la storia. Eccoci, allora, dentro questo 2020 che ovviamente non sapevamo immaginare prima ed eccoci a riscoprire a quale compito siamo chiamati. Sul piano pratico siamo chiamati a vivere dentro le limitazioni e le fatiche di capire giorno per giorno cosa è meglio fare per procedere insieme e per avere rispetto di tutti».

Ma abbiamo da dire anche qualcosa di forte sulla Parola di Dio che accompagna la vita del credente e che in questo momento dobbiamo riscoprire anche perché abbiamo il tempo per farlo. Quel tempo che non c’è mai, che rincorriamo affannosamente senza mai fermarlo, ora ci è regalato. Non sprechiamo questa occasione: quei dieci minuti al giorno per leggere e meditare sulla Parola che la liturgia ci offre quotidianamente, oggi li abbiamo a disposizione.

Sono minuti preziosi per trasformare la nostra vita in preghiera. Accogliamo allora anche l’invito di don Marco Dania, parroco della chiesa di san Nicolao della Flüe, a Lugano Besso, unendoci ai suoi fedeli per invocare il santo patrono della Svizzera e dell’Azione cattolica ticinese.

Sabato 21 marzo ricorderemo il giorno della morte di san Nicolao. «Facciamo come i nostri padri», scrive don Marco, «rivolgendoci al nostro santo patrono perché protegga il nostro Paese da un’incontrollabile diffusione del contagio, e limiti il numero delle vittime. Chiediamo anche l’intercessione di sua moglie Dorotea perché assista tutte le donne, in particolare le infermiere, che si prendono cura con grande generosità degli ammalati».

San Nicolao era sì un eremita, ma il suo eremo era a poche centinaia di metri da casa sua. In questi giorni che siamo invitati a rimanere a casa per evitare i contatti, facciamo della nostra abitazione un piccolo eremo, dove poter vivere questa quaresima, sull’esempio di san Nicolao, in intimità col Signore e in comunione con i sofferenti», pregando con le sue parole:

Mio Signore e mio Dio togli da me tutto quello che mi allontana da te
Mio Signore e mio Dio dammi tutto quello che porta a te
Mio Signore e mio Dio toglimi a me e dammi tutto a te.


San Nicolao e Dorotea intercedete per il nostro Paese e per l’umanità intera.

Gisella Alves, resp. giovani
Luigi Maffezzoli, resp. adulti

14 Marzo 2020 | 12:00
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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