Ticino e Grigionitaliano

Per l'Azione Cattolica Ticinese tempo di svolte che fanno crescere

Per l’Azione Cattolica Ticinese è tempo di svolte e di cambiamenti. Lo sanno bene gli abbonati che avranno avuto modo di leggere l’editoriale di «Spighe» (storica rivista dell’associazione), arrivato nelle case proprio questa settimana, in cui Luigi Maffezzoli, giornalista, già presidente di AC, e oggi membro del gruppo coordinamento, annuncia la pausa di riflessione che l’associazione ticinese si prende in questo 2020 «per ripensare a se stessa, alla sua identità, al suo ruolo e al suo compito nella Chiesa di Lugano ». Una tappa del cammino approvata e sostenuta da mons. Lazzeri che, sempre su Spighe, scrive: «Ho dato il mio appoggio e il mio incoraggiamento alla proposta di un anno di pausa dalle attività esterne proposte a giovani e ragazzi, nella forma dei vari campi estivi e invernali, per concentrare le energie di tutti coloro che vi si sentiranno chiamati, su una specifica proposta di formazione e di crescita personale nella fede». Ma le pause di riflessione, si sa, fanno sempre un po’ paura: abbiamo chiesto così proprio a Luigi Maffezzoli di spiegarci nel dettaglio come sta l’Azione Cattolica ticinese e quali sono i suoi progetti futuri. «L’Azione Cattolica sta tentando di ripensare a un nuovo cammino – ci spiega l’ex presidente – dove vengono valorizzate le sue caratteristiche e quindi la propria identità. Innanzitutto vogliamo riflettere su cosa vuol dire essere associazione di laici, cristiani, che testimoniano la fede vivendo immersi nella società. Laici che liberamente scelgono di servire la Chiesa collaborando col vescovo. Vorremmo dunque riprendere in mano l’identità dell’associazione dopo che ci siamo accorti essersi persa in questi ultimi anni, durante i quali abbiamo proposto tante belle iniziative che hanno sicuramente segnato la vita di molti ragazzi e giovani, ma che rischiavano di diventare proposte generiche. I campi estivi, ad esempio, sono colonie così come ce ne sono tante offerte in Ticino. L’AC vuole invece offrire a giovani e ragazzi occasioni di ritrovo dove si possa approfondire – nell’amicizia, nel divertimento e nella preghiera – il proprio essere cristiani. Questo è quello che ci ha fatto un po’ frenare e riprendere in mano le redini di un’AC che stava prendendo altri precorsi».

Si può dunque parlare di crisi, o è solo un ripensare a dove si è arrivati? «È l’una e l’altra cosa. La crisi c’è stata nel momento in cui si era abbandonata la riflessione sul chi siamo nella Chiesa. È un qualcosa però, come ci ha detto il vescovo durante un recente consiglio diocesano, che si inserisce all’interno di una crisi epocale in cui anche la Chiesa è coinvolta. Siamo in un periodo in cui tutta la Chiesa deve ripensare a se stessa, sulla via indicata da Papa Francesco».

La vostra scelta ora è quella di proporre delle iniziative mirate alla formazione… «La decisione è stata quella di sospendere per un anno la sola attività dei campi estivi e invernali che venivano proposti tradizionalmente a tutti i giovani e ai ragazzi, indipendentemente dalla loro adesione all’associazione. Questa estate, verranno invece proposti due campi: uno per i giovani di AC e uno per gli adulti e genitori, entrambi mirati ad approfondire la propria identità in Azione Cattolica. La prima settimana, dal 27 giugno al 5 luglio, sarà occasione per i giovani di approfondire tre fondamenti: la Parola di Dio, l’identità dell’Azione Cattolica, la vita insieme per creare un gruppo di amici. Accompagnatori saranno don Samuele Tamagni e don Rolando Leo. La seconda settimana per adulti e genitori si svolgerà dal 4 all’11 luglio e sarà seguita da don Gabriele Diener e don Angelo Ruspini. Queste due proposte si svolgeranno nella casa la Montanina a Camperio. Ci saranno due giorni, sabato 4 e domenica 5, dove i partecipanti della prima settimana si incontreranno e vivranno insieme ai partecipanti della seconda settimana per sottolineare l’unità di una associazione che propone un cammino educativo non generico, che inizia da bambini e arriva fino alla vecchiaia».

La nuova AC sarà dunque improntata ancor di più sull’idea dell’appartenenza. Secondo voi è possibile oggi creare un’associazione con la forma di una adesione? «L’adesione all’AC non è più come nel passato legato a una tessera, ma è impegno formale di appartenenza che un giovane e un adulto decidono di prendere di fronte all’associazione e alla comunità tutta ».

Non avete paura di spaventare le persone con questa adesione formale? «Essere di Azione Cattolica è una scelta personale, la risposta a una chiamata che viene da Gesù. Uno degli aspetti che sottolineeremo con forza in questo cammino di formazione è che l’AC è fatta di persone che rispondono ad una vocazione. E rispondendo ad essa si aprono agli altri, permettendo a tutti di partecipare alla scoperta del Vangelo».

Silvia Guggiari

23 Febbraio 2020 | 16:12
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