Il Papa chiede ai 15 mila giovani riuniti a Madrid dal 28 dicembre al 1° gennaio per il 41° Incontro europeo, organizzato dalla Comunità ecumenica di Taizé, di farsi «prossimi a questa umanità ferita e a coloro che sono messi allo scarto, rigettati ed esclusi, piccoli e poveri!». Tra di loro anche dieci ticinesi.
Il Gruppo di preghiera Taizé Ticino riprende le sue attività dopo la pausa estiva con una Veglia di riconciliazione, che si terrà questo sabato nella chiesa parrocchiale di Mendrisio. Ma quest'anno c'è una novità fondamentale: per tutti coloro che volessero essere sempre informati sulle attività del gruppo Taizé Ticino, vi è la possibilità di iscriversi al suo gruppo WhatsApp.
«Durante l'anno non vado molto in chiesa, ma quando sono a Taizé non ne posso fare a meno».
«Non ero una ragazza che credeva molto in Dio ma se prima la mia fede era al 5% ora è arrivata al 50%».
«Almeno una volta nella propria vita bisogna provare a passare una settimana in questa comunità».
«Sono arrivata a Taizé col buio dentro, chiedendomi se non sarebbe stato meglio scappare in direzione opposta: lontano da Dio, dagli altri, dalla preghiera, da me stessa. E’ stato come un salto nel vuoto, ma sono felice di aver trovato il coraggio di buttarmi: sono tornata piena di luce».
Circa venti giovani sono partiti domenica dal Ticino alla volta di Taizé, in Francia. Don Rolando Leo, che li accompagna, ci racconta come si stanno svolgendo queste ore.
Il 16 agosto 2005, durante la preghiera serale, frérè Roger Schutz, fondatore della comunità ecumenica di Taizé, veniva ucciso da una squilibrata. Le sue parole ai giovani: fate una vita semplice e costruite comunione.
Basta scrivere un'email a info@taize-ticino.ch.
Secondo il biblista, è quando la Chiesa «scopre la sua prossimità con tutti gli emarginati della società» che «diviene se stessa».
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