Oltre 300 persone coinvolte nel progetto della «School of Hope and Peace» a Jamtholi che vuole offrire lavoro a quattro insegnanti e un futuro ai bambini presenti nel campo.
L'organizzazione mondiale della sanità lancia l'allarme.
La Catena della Solidarietà lancia una nuova giornata di raccolta fondi, da destinare alla minoranza etnica.
La proposta della Conferenza episcopale birmana ricevuta in visita ad limina: «Sono due milioni di profughi senza Patria. Da soli non si può risolvere questa situazione».
Il Papa ha espresso il suo apprezzamento per l’accoglienza dei profughi e invocato per loro una soluzione duratura. Ricordato con «soddisfazione» il viaggio del dicembre 2017.
In questi momenti Papa Francesco sta rientrando a Roma dal suo viaggio in Asia: sei giorni in Myanmar e Bangladesh. In collegamento da Roma sentiremo padre Bernardo Cervellera.
Commovente incontro di Francesco con i profughi fuggiti dalla persecuzione in Myanmar: «Vi chiedo perdono per l’indifferenza del mondo. Continuiamo ad aiutarli, non chiudiamo i nostri cuori, non giriamoci dall’altra parte».
Oltre 80 campi profughi – tende e baracche fatte con pezzi di plastica, legno e lamiera trovati alla meglio, allestiti in zone scoscese fatte di terra e di fango a causa delle piogge – abitati da famiglie numerose e da tantissimi bambini. I Rohingya sono un popolo di bambini che chiede di avere un futuro, la cui vita è minacciata ogni giorno dalla mancanza di tutto, soprattutto di cibo e di acqua potabile.
Sono passati due mesi dallo scoppio delle violenze in Myanmar che hanno colpito, nello Stato di Rakhine, la minoranza islamica dei rohingya. Nel vicino Bangladesh, dove continua ad aumentare l’afflusso di rifugiati, sono arrivate finora oltre 600.000 persone. Vivono in campi sovraffollati dove la situazione umanitaria è drammatica.
La discriminazione su basi religiose è in certi casi addirittura istituzionalizzata. I cristiani sono visti come espressione di una fede straniera ed in contrasto con la visione nazionalista. Per anni il regime militare ha introdotto feroci misure discriminatorie.
‹›