«Non si è trattato solo di pensare alle condizioni di fondo per cui un dialogo è possibile e va promosso, ma soprattutto di far vedere in che modo praticarlo. Anche di ciò Papa Francesco è stato testimone e modello».
I passi compiuti da Francesco in un decennio di papato missionario e riformatore.
Si tratta di un luogo di apprendimento, di dialogo e di culto per i fedeli delle diverse religioni come l’aveva presentata l’allora vicario d’Arabia meridionale mons. Paul Hinder, che al suo interno ospita una moschea, una chiesa e una sinagoga.
L'iniziativa nella Svizzera italiana è organizzata dal «Forum svizzero per il dialogo interreligioso e interculturale». Altre decine di eventi in tutta la Svizzera, invece coordinati, per la stessa occasione, dall'Associazione interreligiosa «Iras Cotis».
Lo afferma la Dichiarazione finale, scaturita dal settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali che si è chiuso in Kazakhstan e al quale ha preso parte anche papa Francesco
Il fenomeno della secolarizzazione continua ad accentuarsi anche in Svizzera, come rivela una nuova inchiesta condotta dall’Istituto di sociologia pastorale (SPI), istituzione situata a San Gallo e finanziata dalla Chiesa cattolica in Svizzera.
Il libro – «Mamma, ritorneremo? Il mio normalissimo Israele» (San Paolo Editore) – è stato presentato lo scorso 26 agosto su invito delle Biblioteche cantonali, per la rassegna «Chilometro Zero».
Il corso, incentrato sul tema del dialogo, punta a far osservare e conoscere le confessioni religiose da un punto di vista interno ad esse.
Domani secondo incontro con l'ABSI su Bibbia, violenza e teologia. Per iscrizioni: info@absi.ch.
Il commento di Adriano Fabris, direttore Istituto ReTe della Facoltà di Teologia di Lugano,
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