Una delle tante immagini simbolo di questi dieci anni: Papa Francesco incontra i migranti nel campo profughi di Lesbo durante il suo viaggio apostolico in Grecia (5 dicembre 2021).
Ticino e Grigionitaliano

La «roadmap» non scontata di un Papa che si chiama Francesco

di Cristina Vonzun

«Amate la giustizia con la stessa sete di chi cammina nel deserto. Preferite la ricchezza della povertà alla miseria a cui conduce il benessere mondano. Aprite il cuore alla tenerezza anziché addestrarlo alla prepotenza. Non temete la carne, una carne che ha fame e sete, una carne malata e ferita, una carne che non ha di che vestirsi». Queste parole dall’antico sapore evangelico sono tratte da «Aprite la mente al vostro cuore», raccolta di scritti del cardinal Bergoglio pubblicata nel 2013 da Rizzoli. Innegabile un fatto: in dieci anni il mondo è cambiato e noi con esso, ma anche la Chiesa con Francesco. Gli abusi sono venuti a galla e stanno ancora riemergendo, documenti e norme sono state messe in atto nelle Chiese locali grazie alla spinta propulsiva del papato, il dialogo interreligioso ha raggiunto come non mai delle vette nell’incontro con il mondo islamo-sunnita soprattutto, la riflessione etico-sociale della Chiesa ha avuto nel pontificato di Bergoglio due Encicliche importanti: la Laudato si’ sull’ecologia integrale e la Fratelli tutti.

Ma anche la missione, l’annuncio della liberazione portata da Cristo, scopo e ragion d’essere di una Chiesa «aperta» e sinodale come ha ribadito il Papa – ancora in queste ore proprio nell’anticipazione dell’intervista RSI in onda domani sera – è forse il primo cantiere di Francesco. «Processi» come dice Bergoglio, cammini, ma anche uno sguardo nuovo. La donna trova uno spazio inedito nella Chiesa sinodale di Bergoglio, la libertà di parola anche. Non è questa, infatti, una Chiesa dove tutti, proprio tutti, «con Pietro e sotto Pietro», prendono la parola? Non è facile, taluni si scandalizzano davanti alle parole di altri e non di rado dello stesso Pontefice, ma il Papa in questi anni mai è venuto meno al suo ruolo e sempre ha tenuto fedelmente il timone della Chiesa, consentendo a tutti di esprimersi.

Eppure, c’è latente o meno, il ritorno di una strana obiezione che già risuonava qualche ora dopo l’elezione del cardinale argentino al papato. Il cardinale svizzero George Cottier, che fu per anni teologo della Casa Pontificia (cioè il teologo di riferimento di S. Giovanni Paolo II e poi di Ratzinger), 10 anni fa, in queste ore, a chi per il Giornale del popolo gli chiedeva un’opinione sulla «sicurezza dottrinale» del vescovo di Buenos Aires appena eletto pontefice, sottolineò la saldezza del cardinal Bergoglio. Non dimentichiamo che Jorge Bergoglio ha fatto dell’Evangelii nuntiandi di papa Paolo VI la Magna Charta del suo episcopato prima e del suo Pontificato poi, chiedendo alla Chiesa di essere un «ospedale da campo», aperta a tutti, in dialogo con la società e l’uomo contemporaneo e le religioni.

Perché questo scandalizza? Perché fa discutere una Chiesa aperta? Il povero chi è? Il fragile, l’ultimo, anche coloro che non la pensano come me – nel Vangelo ci sono addirittura le prostitute – chi sono? Gesù cosa faceva? Gesù metteva queste figure al centro della scena, guariva i malati e perdonava le prostitute in mezzo alla gente e non fuori, dove altri e il contesto culturale e religioso di allora le avrebbero volute. «Quando la vita interiore – scrive il Papa nell’Evangelii Gaudium – si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente», mentre la dinamica è un’altra, «la Chiesa «in uscita» è una Chiesa con le porte aperte (…) è come il padre del figlio prodigo, che rimane con le porte aperte perché quando ritornerà possa entrare senza difficoltà». Fuori da queste categorie evangeliche è difficile capire l’attuale successore di Pietro che non per niente ha scelto di chiamarsi Francesco, il Santo di tutti che ha fatto dell’abbraccio al lebbroso la sua roadmap.

Una delle tante immagini simbolo di questi dieci anni: Papa Francesco incontra i migranti nel campo profughi di Lesbo durante il suo viaggio apostolico in Grecia (5 dicembre 2021). | © Vatican Media
11 Marzo 2023 | 06:30
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