Ancora oggi il dialogo interreligioso deve molti dei suoi sforzi alla lungimiranza di San Giovanni Paolo II, che nel 1986 convocò ad Assisi un evento senza precedenti con i leader di tutte le più grandi religioni del mondo.
«La cultura della cura come percorso di pace». È questo il tema della Giornata mondiale della Pace giunta quest’anno alla sua 54 esima edizione. Istituita da Paolo VI nel 1968, quando il mondo era in tensione anche per il conflitto in Vietnam, da allora ad oggi, tutti i pontefici indirizzano il 1. gennaio un messaggio a grande valenza sociale.
Preparare il futuro, costruire la pace al tempo del Covid-19. Perchè «mentre il mondo adotta misure di emergenza per affrontare una pandemia globale e una recessione economica globale, entrambe sostenute da un'emergenza climatica globale, dobbiamo anche considerare le implicazioni per la pace di queste crisi interconnesse». Se ne è parlato in una conferenza stampa convocata dalla Commissione Vaticana per il Covid-19.
Ogni persona, di qualsiasi confessione, è invitata a fermarsi e pregare per un minuto. Una catena di preghiera che si estende a tutto il mondo.
Risale al 1993 la collaborazione del noto biblista e insegnante ticinese Renzo Petraglio con i giovani del Centro giovani Kamenge a Bujumbura, in Burundi. Il professore offre le sue competenze per instaurare un clima di pace, attraverso il dialogo interreligioso. Nei periodi di Quaresima e durante il Ramadan, propone a questo proposito delle letture comparate di Bibbia e Corano, che vi riproponiamo.
L'attività dell'associazione Amici Ticino per il Burundi raccontata dal suo Presidente, Marco Barzaghini.
Dallo Yemen alla Siria e dal Camerun alle Filippine, ribelli e eserciti governativi rispondono all'appello per una tregua lanciato dal Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. E' uno dei pochi effetti positivi del virus.
Padre Ibrahim Al Sabbagh, francescano della parrocchia latina di Aleppo, la seconda città per importanza e la capitale economica della Siria, una delle più colpite dalla guerra, spiega a tempi.it (10 marzo) perché i bambini della sua parrocchia di San Francesco hanno pregato per tutti gli italiani durante la via crucis della seconda settimana di quaresima.
Il commento alle nuove norme preventive da rispettare durante le celebrazioni liturgiche, aggiornate secondo le disposizioni emesse dalla Diocesi venerdì scorso.
La guerra è una follia a cui non ci si può rassegnare mai, non alzare muri e non accettare che si possa morire in mare senza soccorso. Così il Papa stamani ai circa 50 vescovi e patriarchi del Mediterraneo, durante la sua visita a Bari dove oggi si chiude l’Incontro «Mediterraneo frontiera di pace».
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