Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi in una lunga intervista alla rivista «Le Courrier» danno fiducia al vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo e mettono in questione l'operato di don Bettischer, il prete romando che accusa alcuni vescovi di copertura di abusi
Il presule alla guida della diocesi di Losanna, Ginevra e Friborgo torna in alcune interviste sulle presunte accuse pubblicate sul SonntagsBlick del 10 settembre 2023 che hanno anticipato la notizia dell'indagine aperta dal Vaticano. Il 14 settembre la notizia del ricovero urgente del vescovo Charles in ospedale
Per il presule svizzero la base è chiamata ad esprimersi, questo potrebbe giovare – tra tante cose- anche alla gestione della problematica degli abusi.
L'accusa era stata presentata dall'Associazione dei liberi pensatori lo scorso 18 febbraio ma il Procuratore generale del Canton Friborgo ha ritenuto che questa sia basata unicamente su elementi desunti dai media, e infondati.
Oltre vent'anni dopo gli abusi attribuiti a padre Paul Frochaux, mons. Morerod ha invitato la vittima a un incontro per ascoltare e comprendere meglio i fatti accaduti. La vittima sta valutando la possibilità di partecipare, nella speranza di chiarire alcuni punti chiave della vicenda.
«Non ho assolutamente idea su cosa si stiano basando per dire che ero a conoscenza delle accuse di abusi sessuali contro padre Frochaux», ha risposto il 5 febbraio 2020, mons. Charles Morerod. «Non vi è alcun fascicolo riguardante padre Frochaux nel casellario che raccoglie gli elementi raccolti dalla commissione di prevenzione SOS «, ha sottolineato il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo intervistato su RTS la Première .
L'arcivescovo di Losanna-Ginevra-Friburgo commenta il recente documento della Conferenza episcopale sul comportamento pastorale nei confronti di chi ha deciso di togliersi la vita: chi rappresenta la Chiesa al momento dell’inizio del protocollo medico deve uscire dalla stanza. Non si può dare l’assoluzione a chi ha scelto di commettere intenzionalmente un peccato.
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