A Chiavenna il prossimo 6 giugno 2021 sarà celebrata La beatificazione di suor Maria Laura Mainetti, con la presenza del cardinale Becciu, delegato papale. Lo ha comunicato il vescovo di Como mons. Oscar Cantoni.
Salirà agli altari la religiosa di Lecco uccisa in un agguato satanico nel 2000 da tre giovani a Chiavenna. Riconosciuto che la suora fu uccisa per la sua fede, il Papa ha firmato il decreto per la beatificazione, dichiarandola martire.
Il cielo dell’Ecuador brilla già per tre Santi e una Beata, ma il sacerdote gesuita che sale oggi agli onori degli altari a Riobamba, è il primo martire del Paese. Alla cerimonia, in rappresentanza del Papa, il cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Stasera, 11 marzo, a Chiavenna (Sondrio), il vescovo della diocesi di Como presiderà la la Santa Messa solenne in occasione dell’avvenuta traslazione dei resti mortali di suor Maria Laura Mainetti, la religiosa uccisa barbaramente nel giugno del 2000.
Don Alexander Sob Nougi, parroco a Bomaka, un quartiere di Buea, sarebbe stato colpito da una pallottola vagante durante gli scontri tra l’esercito regolare e i separatisti anglofoni. Ma secondo altre fonti i militari lo avrebbero colpito intenzionalmente.
La cerimonia nel Palasport di Vigevano, in provincia di Pavia. In rappresentanza del Papa, il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, card. Angelo Amato il quale ha affermato che «ancora oggi nel mondo ci sono 215 milioni di cristiani che soffrono persecuzione e morte».
Esce una biografia del missionario siciliano morto a Tokyo senza abiurare la fede. Era diventato amico dello shogun e gli fu data una sepoltura cristiana. I suoi resti identificati due anni fa.
Subì ogni tipo di tortura e persecuzione dal regime comunista per aver aiutato i confratelli a fuggire verso Torino. Il cardinale Amato: «Sacrificò la sua vita per i giovani».
Migliaia di fedeli a Vilnius alla cerimonia presieduta dal cardinale Amato per l'arcivescovo Teofilo Matulionis, morto ad 80 anni dopo 20 di reclusione e di persecuzione del regime sovietico.
«Quanto è accaduto quel 5 febbraio di dieci anni fa nella chiesa di Trabzon ha commosso e ferito ben al di là dei confini della diocesi di Roma e del vicariato di Anatolia in Turchia, ma è una ferita da cui sta germogliando bene spirituale per molti, come ha ricordato anche Papa Francesco nel corso di una Udienza generale. Su questi segni dello Spirito la Chiesa di Roma è chiamata a interrogarsi e riflettere, ma ciascuno di noi deve alimentare la fiammella accesa nel cuore dal Signore anche grazie al sacrificio di don Andrea».
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