Il nunzio apostolico a Damasco descrive la drammatica situazione umanitaria in Siria, dopo 9 anni di guerra. Il diffondersi del Covid-19 sarebbe disastroso per una popolazione già decimata dalle violenze. Lancia un nuovo appello di pace per combattere insieme la pandemia.
Nonostante 9 anni di guerra, nella lotta contro il virus la Siria sembra il più efficiente fra i Paesi arabi. Le accuse dell’opposizione sul nascondimento di casi di infezione, smentite dall’Oms. Il principe degli Emirati telefona ad Assad per offrire amicizia ed aiuto. Isolate alcune città. Tutti gli ospedali del Paese attrezzati a curare solo l’epidemia. Ad Aleppo, apparecchi per la respirazione artificiale di produzione locale.
Intervista a monsignor Youhanna Jihad Battah, arcivescovo siro cattolico di Damasco. Nella capitale della Siria, dice, c’è ancora povertà, mancano le medicine ma l’importante è che non ci siano più bombardamenti contro i civili. Nel nord-est, intanto, la Turchia procede con i rimpatri di profughi siriani
Lo denuncia un sacerdote: la stampa dovrebbe raccontare tutta la verità.
Il card. Zenari critico nei confronti delle Nazioni Unite cui spetta il compito di trovare la via della pace. Il conflitto è il segno del «fallimento completo» fra «risoluzioni vetate e altre votate, ma mai adottate». Mosca e Washington hanno fatto fallire «una dozzina di risoluzioni chiave» per il futuro del Paese.
Pochi fedeli hanno il coraggio di partecipare alle liturgie quaresimali, mentre nella capitale infuria il conflitto tra l’esercito e i miliziani asserragliati nel sobborgo di Ghouta.
In una lettera appello le religiose attaccano il racconto che viene fatto da governi, ong e organismi internazionali del conflitto. A Ghouta est sono i jihadisti ad attaccare la capitale e usano i civili come scudi umani. Al governo e al popolo siriano il dovere di difendersi dagli attacchi esterni. Solo il conflitto ha minato la convivenza fra cristiani e musulmani nel Paese.
Mentre a Vienna si apre la due giorni di colloqui di pace Onu sulla Siria, sul terreno si continua a combattere e morire. Dall'inizio dell'anno la capitale oggetto di un lancio incessante di mortai. Il drammatico racconto dall’ospedale che ha accolto morti e feriti. Il silenzio dei media occidentali sulla tragedia in atto.
In Siria la situazione si fa «sempre più scottante» e «non si vede la fine del tunnel». Anzi, nelle ultime settimane si è assistito a una «escalation della violenza» che ha esacerbato ancor più i termini del conflitto.
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