Damasco, la lotta contro il Covid-19 e gli opportunismi politici

Un terremoto di magnitudo 4,7 durato pochi secondi ieri sera alle 20.15, ha terrorizzato gli abitanti della costa fra Libano, nord Siria e Turchia. Il terremoto non ha causato danni; l’epicentro era nel mare, a 65 km dalla citta siriana di Latakia. Ma per pochi istanti esso ha deviato i pensieri del Paese, alle prese con le misure anti Covid-19 sempre più stringenti.

Nella lotta contro il virus, la Siria sembra finora il più efficiente fra i Paesi arabi, nonostante 9 anni di guerra, distruzioni delle infrastrutture, strutture ospedaliere, fabbriche di medicinali e sanitari, sanzioni ed embargo anche su materiali ed equipaggiamenti medici. Dal 31 gennaio scorso, un giorno dopo l’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che il Covid-19 rappresentava una «emergenza di preoccupazione mondiale», AsiaNews – presente al confine terrestre siro-libanese – ha potuto rilevare come ogni viaggiatore dal Libano venisse schedato e controllato da un’équipe medica, ciò che non avveniva sul versante libanese. I pellegrinaggi parrocchiali delle chiese cattoliche di Tartous e Latakia verso i cristiani in Libano per I mesi di febbraio e marzo scorsi erano già stati cancellati.

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4 Aprile 2020 | 11:44
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