Don Rolando Leo.
Ticino e Grigionitaliano

Parlare di Dio in aula: l'ora di religione si presenta

a cura di Corinne Zaugg, Laura Quadri e Cristina Vonzun

Religione a scuola, perchè e come? Un volantino curato dall’Ufficio Istruzione religiosa e scolastica della diocesi di Lugano (UIRS) inviato nelle scuole di ogni ordine e grado del Cantone in questi giorni, prova a rispondere a queste domande in vista delle iscrizioni al prossimo anno scolastico dell’ora di religione, inserita nella griglia oraria di tutti e tre gli ordini scolastici. Un’ora, è noto, segnata da un calo costante di adesioni. Ne parliamo con il direttore dell’UIRS, don Rolando Leo e con alcuni docenti.

Don Leo, da quest’anno sono arrivati nei primi due ordini di scuole (ultimo anno di scuola dell’infanzia, elementari e medie) i nuovi piani di studio. In che modo riguardano la religione?

Si tratta di un nuovo approccio chiamato «didattica per competenze» che riguarda tutte le materie compresa la religione e propone una modalità di insegnamento diversa e coinvolgente. In sintesi, lavoriamo su due assi: quello degli ambiti e quello dei processi. Una didattica che tende a mobilitare il sapere dei bambini e dei ragazzi aiutandoli a far di più da soli, quindi i docenti non calano dall’alto il sapere, con una lezione cattedratica, ma glielo fanno scoprire.

Qual è il programma al liceo?

Al liceo proponi un programma di livello piuttosto alto dal punto di vista culturale, filosofico, biblico e scientifico. Ci sono delle linee programmatiche emanate cinque anni fa dal nostro ufficio per i docenti liceali e del Medio Superiore. Poi all’interno della classe, a seconda delle attitudini e della passione dei ragazzi, si scelgono delle tematiche da sviluppare. Un punto forte su cui insistiamo è il dialogo con i ragazzi, lasciando da parte la lezione cattedratica. Le informazioni quindi le diamo ma attraverso la didattica per competenze, discutendo, raccogliendo le impressioni, condividendo, dialogando e costruendo insieme. I temi sono la questione del male, l’esistenza di Dio – quindi si può proporre un’unità didattica sull’ateismo e l’agnosticismo – il dialogo tra la scienza e la fede, questioni etiche e bioetiche, l’etica della vita, il rispetto dell’altro, il dialogo tra le religioni, la questione delle guerre, l’autenticità del messaggio della Chiesa oggi, le Chiese cristiane. Temi grandissimi e anche di attualità

Quali le domande che scaturiscono dagli allievi nel Medio Superiore?

Prendo l’esempio dalle ultime esperienze fatte al liceo di Locarno. Gli allievi mi hanno posto domande sulla Chiesa, sulla veridicità di quello che i Vangeli e la Bibbia propongono e sulla autenticità e il senso dei miracoli.

Don Leo, qual è il rapporto dei giovani con Dio oggi?

In questi decenni, non solo a scuola, ho avuto il privilegio di incontrare giovani che fanno un cammino di fede autentico. Il bisogno di spiritualità c’è ma i giovani oggi non considerano più il cristianesimo, una spiritualità o religione: le nuove generazioni cercano la religiosità e la spiritualità altrove, identificandola nella natura, nelle relazioni, in esperienze musicali. Mi rendo conto che sta cambiando l’approccio alla religione e alla fede, perché la religione non è ancora fede.

Si riesce a intercettare questa loro modalità di esprimere una credenza?

Le faccio un esempio: dopo una conferenza che si è tenuta al collegio Papio su un libro dedicato al bullismo, un ragazzo mi ha chiesto un colloquio «perché – mi ha detto – ultimamente sento come l’attrazione ad avvicinarmi a Dio, senza crederci». Dunque, i giovani parlano di fede ma – né noi, né loro, abbiamo un linguaggio ponte per capirci reciprocamente.

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Don Rolando Leo. | © catt.ch
18 Marzo 2024 | 13:59
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