I partecipanti al summer lab nel 2021 davanti alla «Porta d’Europa» a Lampedusa. Nel 2022 il campo sull’isola sarà dal 22 al 29 agosto
Ticino e Grigionitaliano

Mariella Planiscig, dal Ticino a Lampedusa in ascolto del dramma dei migranti

L’estate porta con sé tante iniziative anche nell’ambito della formazione: convegni, campi estivi, summer school. Alcune di queste, più di altre, sono tuttavia destinate a rimanere nella mente e nel cuore per molto tempo perché hanno a che fare con la cosa più importante: l’umanità delle persone. Così è accaduto a Mariella Planiscig – docente di lingue e religione, oggi residente a Brione Sopra Minusio – quando, un anno fa, su consiglio di un’amica ha deciso di provare a partecipare a un summer lab organizzato da Amnesty International a Lampedusa. «La tematica della migrazione mi è molto vicina – ci racconta –, essendo nata in Svizzera interna da genitori italiani. Dai loro racconti ho capito già da piccola cosa significhi emarginazione, difficoltà di essere accettati, necessità di abbandonare la propria casa. Quando è iniziata l’emergenza migranti in Europa, mi è venuto spontaneo chiedermi cosa significasse per le persone coinvolte, emotivamente, psicologicamente, esistenzialmente. Nel campo di Amnesty ho trovato molte di queste risposte». Quest’anno il campo si terrà dal 22 al 29 agosto 2022. Sette giorni, proposti dall’organizzazione internazionale, durante i quali ritrovarsi con partecipanti da tutta Italia, per capire come avviene realmente il salvataggio dei migranti sulla rotta migratoria più letale del mondo: il Mediterraneo. La formazione avviene grazie ai workshop proposti da esperti di diritto, medicina, sociologia, convocati a Lampedusa da Amnesty e attivi a loro volta in varie Ong: «Personalmente, ho molto apprezzato soprattutto le spiegazioni fornite da un medico dell’isola che lavora costantemente con i migranti, il quale ci ha dato un’idea precisa dei rischi e le malattie cui vengono sottoposti i migranti, sia durante il viaggio che una volta attraccati e spostati negli hotspot. Ancora nei primi mesi del 2022 quest’ultimi hanno raggiunto più volte la loro capienza massima. In tali condizioni è molto difficile gestire l’assistenza medica. Ma abbiamo parlato anche con il parroco di Lampedusa. Anche lui a suo modo, ci ha spiegato, si sente una sorta di medico: la sua lotta quotidiana è contro il pregiudizio». Inoltre, ai partecipanti al campo è richiesto il coraggio di mettersi in gioco e lasciarsi interrogare attraverso la voce di chi vive tutti i giorni questa emergenza: gli abitanti dell’isola. «Lampedusa è una terra di contrasti. Questo è molto evidente nella ripartizione dell’isola, e in particolare nella zona portuale: da una parte, separata da un muro, la zona d’attracco dei barconi; dall’altra la zona turistica, con ombrelloni e lettini. Al di là del muro, medici, Ong, guardia costiera, tutti pronti in attesa del prossimo barcone da soccorrere ». Un’esperienza forte, che lascia a Mariella soprattutto un ricordo: «Mi ha colpito la testimonianza di una donna pensionata, che ha voluto a tutti i costi partecipare all’esperienza, anche lei animata da un forte desiderio di comprendere e condividere. Penso ci sia una forma di solidarietà che unisce Paesi e nazioni; è la solidarietà che nasce di fronte alle grandi emergenze, come questa, e che risponde a un bisogno che conosciamo bene, anche con la guerra in Ucraina: fare in modo che per ogni richiesta d’aiuto ci sia una mano tesa». (LQ)

Informazioni su amnesty. it/campi-estivi/lampedusa-22– 29-agosto-over-30.

I partecipanti al summer lab nel 2021 davanti alla «Porta d’Europa» a Lampedusa. Nel 2022 il campo sull’isola sarà dal 22 al 29 agosto | © amnesty
20 Giugno 2022 | 06:30
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