La cattedrale di Pamplona.
Internazionale

Lungo le valli e i villaggi dei Pirenei verso Pamplona e la sua cattedrale

di Chiara Gerosa

All’inizio di questa estate, riprendiamo il racconto del percorso che ci ha condotto sul Cammino di Santiago. Dopo la Svizzera e la Francia, siamo ripartiti dai Pirenei alla volta di Burgos, quasi a metà della penisola iberica, a 480 km da Santiago. Buon Cammino!

Ogni anno i Paesi Baschi accolgono migliaia di pellegrini in cammino verso Santiago de Compostela e il villaggio di Saint-Jean-Pied-de-Port è il punto di partenza più conosciuto di quello che è diventato un pellegrinaggio leggendario, non da ultimo per l’attraversamento dei Pirenei che ci aspetta appena lasciata la cittadina. Sono numerosissimi i cammini verso Santiago in Spagna, ma scegliamo di percorrere il classico Camino francés. Quest’ultimo è tradizionalmente suddiviso in trenta tappe, quindi lo si può compiere in un mese esatto; se invece si desidera proseguire fino all’oceano ci vogliono altri tre giorni di percorrenza per arrivare a Finisterre. È importante segnalare che sono due le vie principali per passare i Pirenei e giungere a Roncisvalle: la via Alta (arriva a 1432 m) che è percorribile solamente da aprile ad ottobre poiché nel periodo invernale, oltre ai sentieri fangosi, spesso si trova una grande nebbia che impedisce ai pellegrini di vedere la strada, e la via Bassa che passa da Valcarlos, la più storica, legata a Carlo Magno. Entrambe le vie passano nei boschi navarresi e accanto a ruscelli. La natura è rigogliosa. Ma la prima variante richiede uno sforzo grande per i 1800 metri di dislivello tra salita e discesa, la seconda risulta più noiosa a causa dei pezzi da percorrere, in caso di forti piogge, sulla strada. Quel che è certo è che, l’emozione di passare il confine tra Francia e Spagna a piedi è piuttosto intensa. Entrambe le vie giungono ad un’altra località intrisa di storia e di leggende: Roncisvalle, dove nel 778 d.C. si è svolta una delle più celebri battaglie condotte da Carlo Magno. Fa sorridere pensare che, oggi, il villaggio conta una trentina di abitanti, ma è conosciuto mondialmente. L’arrivo, dopo il grande sforzo, è piacevole ed emozionante, che vi sia nebbia, neve o pieno sole. Nei giorni successivi il Cammino si svolge lungo le valli e i contrafforti pirenaici. Dopo lo sforzo del primo giorno, apprezziamo i chilometri pianeggianti che portano a Burguete, in un bosco piacevole, così come le dolci salite e discese fino a Zubiri, con pascoli di ovini, bovini e cavalli abituati a veder sfilare i pellegrini. L’uscita da Zubiri, col «ponte della rabbia», è in salita. Il passaggio porta questo nome perché la credenza vuole che gli animali e le persone guariscano girando più volte intorno al pilone centrale. La parte successiva del percorso si snoda vicino ad una grande impresa che produce magnesite e non è molto bucolica, ma ben presto torniamo tra prati, animali e piccoli villaggi incontrando a tratti il fiume. Ci fermiamo a visitare la Iglesia de La Trinidad ad Arre del XII secolo, a cui giungiamo attraversando un bel ponte medievale. Gli ultimi chilometri verso Pamplona ci sembrano infiniti perché si passano periferie della città piuttosto grigie. Per fortuna ci sono diversi pellegrini con cui chiacchierare e ci troviamo ormai alle possenti mura del capoluogo della Navarra. Entriamo nel casco antiguo dal Portal de Francia e ci perdiamo tra le vie a visitare (la cattedrale, le mura, la piazza del castello e del municipio…) prima di una doccia e un buon riposo. Hasta luego!

La cattedrale di Pamplona.
30 Luglio 2023 | 10:58
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