Libro antico della Madonna del Sasso. Foto BSF.
Ticino e Grigionitaliano

Le cinquecentine della Madonna del Sasso. L'intervista a Laura Luraschi, autrice del volume

Di Laura Quadri

Verrà presentato mercoledì prossimo, 17 gennaio alle ore 18.15, presso la sede della Biblioteca cantonale di Locarno, il volume, edito dall’Istituto Storico dei Cappuccini di Roma e curato da Laura Luraschi, sulle cinquecentine del fondo librario della Madonna del Sasso. Una densa pubblicazione che svela una pagina di storia importante, relativa al Santuario, nei secoli abitato dai frati conventuali minori e quindi, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, dai Cappuccini.

Laura Luraschi, come nasce il progetto del volume?

«Il volume è nato in modo molto spontaneo, due anni dopo la conclusione del progetto di catalogazione, affidata alla Biblioteca Salita dei Frati, dell’intera biblioteca del convento della Madonna del Sasso, progetto avviato  nel 2013 grazie al finanziamento dell’Associazione Pro Restauro del Sacro Monte della Madonna del Sasso sulla base di un piano di lavoro elaborato dall’allora bibliotecaria della Salita dei Frati, Luciana Pedroia.

La catalogazione terminata nel 2021 ha permesso di rintracciare più di 15’000 volumi, tra cui 3’000 precedenti il 1800, in particolare 505 relative al XVI secolo e 36 incunaboli, cioè volumi stampati prima del ›500. Lavorando personalmente su tale grande fondo, ho progressivamente focalizzato il mio interesse proprio sulle prime edizioni a stampa cinquecentesche. Sono infatti edizioni che richiamano sempre grande interesse, anche da parte del pubblico, perché affondano le loro radici in un passato molto lontano. Il progetto del catalogo, che ora è pubblicato, si sviluppa nell’arco di tutti questi anni di lavoro. Dopo la conclusione ufficiale della catalogazione dell’intero fondo librario nel ’21, rivolgendomi a fra Mauro Jöhri, già ministro generale dei cappuccini, e a fra Agostino Del Pietro, custode del Santuario, ho quindi chiesto se avessero interesse a valorizzare ancora di più la Biblioteca, proposta accolta con molta sensibilità per il tema. Fra Mauro in particolare, viste anche le sue competenze maturate all’interno dell’Istituto Storico dei Cappuccini di Roma, ha infine deciso che volevano promuovere questa pubblicazione».

Di che genere di volumi si tratta?

«Il catalogo allestito riunisce le edizioni provenienti da tre fondi antichi di origine francescana: quello dei minori conventuali della Madonna del Sasso e del convento, oggi soppresso, di San Francesco a Locarno e, terzo, anch’esso soppresso, quello dei cappuccini della comunità dei Santi Sebastiano e Rocco, sempre a Locarno. La fisionomia dei libri presenti nella catalogazione rispecchia quindi i canoni tipici delle biblioteche francescane: ritroviamo principalmente volumi di predicazione, teologia, ascetica. Tra i volumi più comuni citerei il Liber conformitatum, testo scritto a fine ›300 da Bartolomeo da Pisa, che mette in relazione tramite parallelismi (le cosiddette «conformità») le vite di Cristo e di San Francesco. Oppure l’opera del frate minore Marco da Lisbona, le Cronache degli Ordini istituiti dal P. S. Francesco (1581), che ripercorre le vicende dell’ordine francescano nei secoli. Il volume riporta anche una nota di provenienza di Pietro Buzzi Galliano da Varese, guardiano al Convento per un quarantennio a metà del Seicento. Nell’ambito delle opere devozionali è anche emersa un’opera oggi molto rara: i Miracoli della gloriosa Vergine Maria, edizione del 1525 arricchita da vignette xilografiche, passata precedentemente, come indicano i dati materiali del volume, dapprima dal convento di San Rocco e poi da quello di San Francesco».

Era usuale che i volumi passassero da un convento all’altro all’interno dello stesso ordine?

«Fino all’epoca della rivoluzione francese è abbastanza tipico: venivano spostati secondo le necessità di studio e di predicazione dei singoli frati. Il grande movimento inizia tuttavia con il 1800 circa, quando in Italia arriva l’epoca delle soppressioni napoleoniche. Molti conventi spostano i libri proprio per farli sfuggire agli incameramenti. In Ticino le soppressioni si presentano più tardi, in particolare nel Locarnese, tra gli anni 1848 e 1852. La quasi totalità dei volumi dei conventi soppressi viene incamerata dal governo e trasferita in un magazzino presso l’ex convento di San Francesco, con l’intenzione di utilizzare quei testi per formare la biblioteca della Scuola Tecnica maschile che stava per essere istituita in quel luogo. I frati cappuccini, che a differenza dei minori conventuali, non erano stati espulsi dal paese, vengono ricollocati al Santuario, privati però del loro fondo librario. Solo nel 1890, su istanza del padre guardiano, vista la mutata condizione politica, viene chiesta la restituzione dei volumi incamerati. Visto il gran numero di volumi restituiti, nel 1912 viene costruita la biblioteca che possiamo ammirare ancora oggi nel cuore del Convento della Madonna del Sasso».

Cosa sappiamo, dunque, della cultura dei frati?

«A proposito di questo aspetto, bisogna specificare che, sin dalle origini, l’ordine francescano aveva abbracciato l’intento di riportare la religiosità a un’epoca precedente lo sfarzo dovuto alla ricchezza e allo status che lo studio conferiva, che avevano ormai prevalso all’interno dell’ordine ecclesiastico. Le prime costituzioni cappuccine, ad esempio, sanciscono che i frati non dovessero possedere alcun volume; i libri dovevano essere dell’intera comunità e e consultabili solo dai frati predicatori e dai maestri di studio. A livello quantitativo, vediamo dunque fiorire le prime biblioteche conventuali solo nel Settecento, quando vengono anche edificate. Vale per i conventi del Bigorio e di San Rocco, ad esempio. Dobbiamo dunque immaginarci che la lettura era consentita solo a pochi confratelli».

Alla fine del volume vengono offerte delle «concordanze»: di cosa si tratta?

«Effettivamente alla fine del volume apponiamo alcune concordanze con vecchi inventari, l’indice dei nomi citati, delle provenienze e dei luoghi di edizione, per fare in modo che il catalogo possa essere più accessibile. Le concordanze sono degli strumenti che permettono di mettere in relazione l’attuale segnatura di collocazione di un volume all’interno del fondo con una sua collocazione originaria data da un dato inventario. Abbiamo ritrovato, a questo scopo, l’antico inventario del convento di San Rocco che risale al 1780, mentre i minori conventuali sia di Orselina che di San Francesco non hanno lasciato un inventario antico. Dei conventuali della Madonna del Sasso sappiamo solo che  era stato redatto un elenco al momento degli incameramenti, che elencava 673 volumi. Nel 2014 un analogo inventario, redatto in previsione della soppressione  del convento di San Francesco, è stato ritrovato in un incarto conservato nell’allora Archivio dei cappuccini nel Convento di Lugano. Analizzare questi inventari permette di percorrere concretamente la storia delle biblioteche originarie che compongono oggi la biblioteca del Santuario».

Infine avete svolto anche un lavoro sulle legature dei volumi, evidenziando la presenza di preziosi frammenti manoscritti. Anche a questo aspetto è dedicato una parte del catalogo.

«La Biblioteca del Santuario grazie all’importante opera di valorizzazione degli ultimi 10 anni è attualmente una delle più studiate della regione. Il Centro di competenza per il libro antico della Biblioteca Salita dei Frati, grazie alla collaborazione di Renzo Iacobucci, paleografo,  Marina Bernasconi Reusser, codicologa e esperta di miniatura, e della sottoscritta, bibliotecaria esperta di volumi antichi, ha avviato, nel 2020, un progetto di studio dei manoscritti presenti nelle legature. A causa dei numerosi spostamenti a cui sono stati sottoposti i volumi, le povere legature di stile francescano, si sono in alcuni casi molto deteriorate. Se ciò da una parte dispiace, dall’altra ha permesso più agevolmente di rilevare la presenza di frammenti manoscritti. A volte le legature venivano realizzate con del materiale presente in loco che non costava niente, vecchi codici giuridici, ad esempio, ritenuti superati. Sarebbe infatti stato molto più costoso attingere a pergamene nuove. Il progetto è denominato Ticinensia disiecta  e valorizza questi materiali pubblicandoli sulla piattaforma internazionale dell’università di Friborgo Fragmentarium. Nel catalogo a stampa sono elencate le cinquecentine che contengono queste pergamene manoscritte di riuso. ».

Con quale auspicio vede dunque la luce il catalogo?

«Da una parte c’era la volontà di scattare un’istantanea del patrimonio com’è oggi conservato, azione fondamentale per la sua tutela. Ma è stata anche l’occasione, nell’introduzione che ho scritto al volume, di riunire le informazioni raccolte negli anni di lavoro sul fondo librario. Mi auguro che il testo possa essere utile per tutti coloro che si interessano alle biblioteche antiche, in particolare di tipo conventuale, e alla storia del Santuario. Grazie all’introduzione e agli indici finali è possibile però ripercorrere anche la storia di personaggi particolari che hanno vissuto nel locarnese nei secoli scorsi, grazie alle note di possesso manoscritte. Penso a presbiteri importanti della regione nel ›500 e nel ›600 come Francesco Ballarini e Gian Giacomo Stoffio, o a Gian Gaspare Nessi, sindaco di Locarno e granconsigliere poi esiliato per le sue visioni politiche. Ha lasciato al Santuario molte delle sue opere. Dunque il volume si rivolge anche a tutti coloro che sono curiosi circa la storia locale».

Durante la presentazione pubblica di mercoledì, al saluto inaugurale dell’autore della premessa al volume Fra Mauro Jöhri, seguirà l’intervento di Giancarlo Petrella, professore ordinario di Storia e conservazione del patrimonio librario, Bibliografia e Biblioteconomia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Interviene poi l’autrice, Laura Luraschi. Modera Stefano Codiroli.

Seguirà, presso la stessa Salita dei Frati, giovedì mattina un corso aperto a tutti sempre con il prof. Petrella, dal titolo «Scrivere sui libri. Capire, gestire e catalogare i volumi postillati». Iscrizioni a bsf-segrsbt@ ti.ch.

Libro antico della Madonna del Sasso. Foto BSF. | © Laura Luraschi
15 Gennaio 2024 | 09:57
Tempo di lettura: ca. 5 min.
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