Ticino e Grigionitaliano

Fantascienza e senso della vita, un binomio appassionante

La fantascienza non è solo un genere letterario o cinematografico capace di inventare mondi futuristici ma è spesso una modalità di scrittura capace di osservare acutamente il presente da un punto di vista «lontano» facendo emergere i contorni di ciò che sta accadendo. Non di rado questi testi nascono da una profonda conoscenza da parte degli autori di questioni presenti nella società contemporanea. È il caso di Luca Botturi, scrittore e professore in media in educazione presso la SUPSI a Locarno. E’ da poco uscito l’ultimo romanzo della sua Trilogia dell’Urbe (vedi info sotto). L’abbiamo intervistato per capire meglio la sua passione di romanziere e approfondire i contenuti del suo ultimo libro dal titolo: «Flaw | Difetto».

Prof. Botturi, lei si occupa di media e tecnologia nella scuola. Perché ha deciso di scrivere questi romanzi?

Scrivere di fantascienza tecnologica per me significa esplorare i temi che mi stanno a cuore anche nella mia professione con strumenti diversi da quelli che la ricerca educativa mette a disposizione. È l’occasione per affrontare temi più esistenziali, per scoprire implicazioni che nei dati non emergono. I romanzi della Trilogia sono poi anche occasione di incontro e discussione con tanti studenti e classi di scuola media e superiore che li hanno letti. Attraverso le storie dei personaggi si riesce ad andare a fondo a temi altrimenti difficili da catturare.

La fantascienza con i suoi mondi immaginari, spesso distopici, permette anche profonde riflessioni sul senso della vita. E’ così anche per lei?

Assolutamente. Ogni storia, se è un racconto autentico, permette di parlare di ciò che è essenziale. Tanto più la fantascienza, che ha a tema il futuro – e quindi in un certo senso il destino – in maniera così esplicita. Nella Trilogia dell’Urbe si parla del nostro rapporto con la tecnologia e del delicato equilibrio tra tecnologia, controllo e libertà. Si esplora anche coma la tecnologia incida sulle relazioni e sull’idea che abbiamo di noi stessi.

Outlier, Bootleg e Flaw – i tre titoli della trilogia – a che pubblico si rivolgono?

Sono libri scritti per un pubblico adulto e di giovani adulti, direi dai 14-15 anni in su. La rispondenza che ho avuto è molto buona. Tante classi di scuola li hanno letti, in particolare in Italia ma anche in Ticino, e ho avuto con loro conversazioni tutt’altro che banali. Tanti giovani lettori mi hanno espresso apprezzamento sia per l’avventura che hanno trovato tra le pagine, sia per i temi sui quali hanno potuto riflettere.

Nei racconti fantascientifici sono presenti temi e simboli religiosi. Sono rintracciabili anche nella sua trilogia?

Quando si parla di futuro e di destino è difficile trascurare la dimensione religiosa. In Frank Herbert – autore di «Dune», il romanzo portato recentemente sul grande schermo dal regista Denis Villeneuve – è centrale, in altri autori meno. Per me lo è, perché il punto di appoggio sul quale possiamo contare per recuperare o salvaguardare la nostra libertà non può che essere in qualche modo «fuori dal sistema», che con una parola antica si dice «trascendente». Il filo rosso che attraversa i tre volumi della Trilogia è proprio la «caccia» alla casa, a questo luogo che è così altro eppure così accogliente e desiderabile, proprio perché generato dall’imprendibile padrone di casa…

Veniamo all’ultimo libro della trilogia dell’Urbe. Qual è il tema centrale di Flaw?

Il tema centrale è il rapporto tra mondo digitale e il proprio corpo, e su come non possiamo più essere «noi» senza i limiti del corpo, anche se è lento, goffo, malato e poco brillante.

Tra i diversi personaggi qual è quello a lei più caro?

Un personaggio molto simpatico in Flaw è la prima protagonista, una bambina di nome Tâm. Ma il personaggio che mi piace di più è lo Skiddo, un informatico sgradevole e strano, che però porta nel cuore il seme di una grande generosità che la vita gli ha fatto dimenticare o trascurare e che, forse, troverà occasione di riemergere.

Il tema della realtà virtuale è ricorrente in molti racconti e film di fantascienza. Cosa caratterizza il ReælTM di Flaw?

Il ReælTM è un posto assolutamente gradevole, accogliente, mirabolante e soddisfacente. Perfetto, se non fosse fittizio. A differenza del mondo virtuale di Matrix, ad esempio, non è creato da macchine che ci tengono schiavi gli uomini, ma dagli uomini stessi, che vogliono costruire lì dentro il loro futuro, in fuga da un mondo andato in rovina.

Le tecnologie cambiano il nostro modo di percepire il mondo che ci circonda e le relazioni con gli altri. Come possiamo usarle per essere più liberi (e quindi più felici)?

In tutti i libri della Trilogia ci sono personaggi e comunità che usano le tecnologie senza diventarne schiavi. In Flaw troviamo lo Skiddo e tutta la gente del Centro di controllo della zona, in Bootleg un intero villaggio in mezzo al deserto. La tecnologia – nell’Urbe come nel nostro mondo – aiuta a vivere, e nasce sempre da un impeto di positività – ma subito dopo viene piegata a interessi commerciali o di predominio. Io credo che il tema non sia tanto lo sviluppo tecnologico, ma umano: tecnologie potenti richiedono uomini decisi e con una bussola morale chiara che le controllino e le trasformino in opportunità. Bussole di questo tipo oggi fanno un po’ difetto…

Dopo questa trilogia hai altri progetti letterari in mente?

Dopo Flaw ho scritto unno spettacolo teatrale, sempre su temi «digitali» ma non legato alla Trilogia, che sarà a Lugano, al Foce, il 21 e 22 novembre prossimi (cerchiamo sponsor per poter offrire due repliche alle scuole!). Ora sto lavorando a un altro romanzo di fantascienza in uno scenario completamente diverso, con viaggi spaziali verso esopianeti colonizzati secoli fa…

Flaw | Difetto – Il terzo romanzo della Trilogia dell’Urbe

Dopo anni di terrore e dopo la catastrofe del Contagio, la vita dell’Urbe si è trasferita nello spazio digitale del ReælTM. Un difetto genetico sfuggito ai controlli rende inaccessibile il mondo virtuale alla piccola Tâm, che diventa una minaccia per il possente Piano di Rinascita progettato dal Consiglio del Dipartimento del Benessere Sociale. Grazie a due nuovi e inaspettati amici, Tâm riesce a fuggire dagli ibridi che le danno la caccia. I tre si ritrovano quasi per caso sulle tracce del misterioso padrone di casa, che li coinvolge in una pazzesca e rivoluzionaria missione.

Gli altri romanzi della trilogia sono Outlier | Anomalia (2022) e Bootleg | Non autorizzato (2023) tutti editi da Bolis. Oltre che in libreria sono disponibili anche le versioni eBook.

Altre info e video sul sito dell’autore

| © Generata da AI
9 Aprile 2024 | 07:02
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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