Mons. Bätzing, presidente dei vescovi tedeschi
Internazionale

Il Sinodo tedesco al lavoro su abusi, cammino sinodale e alcuni temi pastorali

Alla fine di settembre si è svolta l’assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca. Tra i temi toccati il Cammino sinodale, la riorganizzazione della struttura di presa in carico e prevenzione degli abusi sessuali e di potere nella Chiesa tedesca, la preparazione della «visita ad limina» da papa Francesco (14-19 novembre), la questione della comunione eucaristica con la Chiesa evangelica, la pastorale in situazioni di emergenza e catastrofe, la questione del suicidio assistito alla luce di un documento del Comitato etico federale tedesco.

Gli abusi
Per quanto riguarda gli abusi, la novità maggiore è quella della creazione di un Consiglio indipendente di esperti a cui competerà di vigilare sull’attuazione delle linee guida statali ed ecclesiali, di dare forma a una trasparente e costante informazione, la valutazione della qualità degli interventi da parte degli organi ecclesiali preposti e indicare modi per approfondire la collaborazione con lo stato e altri enti pubblici. Confermata la centralità e importanza del Comitato di consulenza delle vittime presso la Conferenza episcopale, i cui rappresentati hanno partecipato alla sessione della plenaria dedicata al tema degli abusi – intervenendo e contribuendo da parte loro alla ridefinizione della struttura complessiva chiamata a farsene carico nella Chiesa tedesca. Per quanto riguarda i vescovi, è stato creato un Gruppo specifico alla cui guida è stato eletto il vescovo di Aquisgrana, H. Dieser, che succede nell’incarico a mons. Ackermann che aveva assunto il ruolo di referente episcopale per gli abusi sessuali nella Chiesa tedesca nel 2010. Si prevede inoltre una maggiore collaborazione con il Comitato centrale dei cattolici tedeschi e con la Conferenza dei religiosi e delle religiose, esprimendo la chiara volontà e l’importanza di portare avanti il lavoro svolto insieme all’ufficio dell’Incaricato indipendente
per gli abusi sessuali di minori della Repubblica federale tedesca (ricoperto attualmente da Kerstin Claus).


Il Cammino sinodale
Mezza giornata di studio è stata dedicata all’andamento del Cammino sinodale della Chiesa tedesca, nel corso della quale i vescovi hanno potuto ascoltare anche prospettive esterne ad esso. L’intervento di saluto da parte del nunzio apostolico, mons. N. Eterovic, è stato tutto dedicato al Cammino sinodale richiamando il pericolo di un percorso solitario della Chiesa tedesca. Il dibattito che ne è seguito è stato acceso, variegato e caratterizzato da toni di significativa riflessione. Sono emerse anche in questa sede le posizioni e le sensibilità diverse interne alla Conferenza episcopale, con i vescovi che si domandano come procedere insieme nel rispetto di esse.
Nella conferenza stampa finale, mons. Bätzing, presidente della Conferenza episcopale, ha ribadito la necessità di mettere mano a dei cambiamenti significativi nel modo di essere Chiesa, da un lato, e ricordato come molti dei temi emersi in sede di Cammino sinodale siano comuni anche ad altre Chiese locali, dall’altro. Considerando questo già un segno concreto e pratico della già avvenuta inclusione del Cammino sinodale tedesco nel più ampio processo sinodale che coinvolge tutta la Chiesa cattolica. La «visita ad limina» fornirà l’occasione per un dialogo diretto con i dicasteri romani, anche al fine di chiarire i punti che sembrano destare così tanta preoccupazione negli organi della Curia romana.


Il card. Koch e il paragone col nazismo
Su questo, da registrare un passaggio spiacevole per mano del card. Koch, prefetto del Dicastero per l’unità dei cristiani che, in maniera poco felice, ha in un qualche modo paragonato il cattolicesimo del Cammino sinodale ai «Cristiani tedeschi che, in epoca nazista, avevano visto nell’ascesa di Hitler una nuova rivelazione di Dio». Uscita spericolata quella del porporato svizzero che ha suscitato la reazione di Bätzing. Successivamente il cardinale Koch ha negato di aver voluto paragonare il Cammino sinodale tedesco al nazismo – sullo spirito del tempo come motivo per modificare la dottrina della Chiesa. Koch in effetti aveva fatto questa affermazione equivoca rispondendo ad una domanda generica, in un’intervista al giornale tedesco Tagespost del 29 settembre 2022. Il cardinale svizzero si è successivamente scusato per l’equivoco prodotto dalle sue parole (vedi articolo di catt.ch) ed ha pure cancellato, secondo alcune fonti giornalistiche, i successivi incontri in programma in Germania.

La pastorale
Un breve cenno merita la riflessione dei vescovi tedeschi sulla pastorale in situazioni di emergenza e di catastrofe. L’occasione è stata data dalle alluvioni che l’anno scorso hanno devastato alcune regioni
della Repubblica federale, in cui l’intervento pastorale delle Chiese è stato di estrema importanza sia nell’immediato sia a lungo termine. Ed è a partire proprio da questa esperienza, drammatica e pratica, che i vescovi tedeschi hanno percepito la necessità di rivedere il modello di una pastorale in situazioni di
emergenza e di catastrofe. Mostrando come l’organizzazione ecclesiale debba essere rimodellata e ripensata a partire dal concreto del suo esercizio pastorale – principio, questo, che non vale unicamente per questo settore ma per tutto il modo di pensare e attuare una missione pastorale della Chiesa nella società contemporanea.

fonte: settimananews.it/red/cath.ch/catt.ch

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4 Ottobre 2022 | 06:25
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