Il cardinale Grech a Berna
Svizzera

Il prossimo Sinodo a Roma, i gruppi di studio creati dal Papa, le istanze di decentralizzazione: il cardinale Grech in intervista da Berna

Il cardinale Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei vescovi, ci tiene a precisare che l’assemblea sinodale dell’ottobre 2024 non discuterà di tutte le questioni attuali della Chiesa, come il celibato dei preti, l’ordinazione delle donne al diaconato o la benedizione delle coppie omosessuali, ma innanzitutto della sinodalità. Il cardinale maltese è stato a Berna il 19 marzo 2024 su invito della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS). Dopo la discussione assembleare sulla sinodalità, proficuo scambio con una settantina di partecipanti da tutta la Svizzera attorno al tema della sinodalità, il cardinale ha risposto alle domande della collega di cath.ch.

Papa Francesco ha deciso di organizzare gruppi di studio su dieci grandi temi emersi dalla prima sessione, anticipando così l’esito del Sinodo sulla sinodalità. Dobbiamo pensare che il Sinodo non porterà a cambiamenti pastorali, giuridici o teologici per molto tempo ancora? Cosa risponde a chi pensa che il processo si trascinerà?
Cardinale Mario Grech: Non credo che questa sia la giusta interpretazione. Il passo compiuto dal Santo Padre è molto positivo. Invece di aspettare la conclusione del processo sinodale, ha preso l’iniziativa di affidare questi dieci temi di studio, che risultano dalla relazione di sintesi della sessione 2023, a speciali gruppi interdicasteriali. Chiede loro di esaminare queste domande dal punto di vista teologico e spero che gli daranno una risposta nel giugno 2025. Questa decisione va quindi vista come un impegno da parte del Santo Padre. Dimostra che ha ascoltato l’assemblea sinodale.

Il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e il Segretario della Commissione Teologica Internazionale saranno a capo del gruppo che si occuperà dei criteri teologici da applicare alle questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse. Richiamando l’autorità di queste istituzioni, Papa Francesco sta cercando di contrastare il rischio di scismi?
Non c’è alcun rischio di scisma. Alcune domande che emergono dalla relazione di sintesi indicano che dobbiamo ancora trovare i giusti criteri teologici per rispondere. Quindi, ancora una volta, la creazione di questo gruppo di studio guidato dal Dicastero per la Dottrina della Fede è un punto positivo. Ci aiuterà a definire i criteri e i principi necessari per trovare soluzioni.

Il celibato dei preti e la benedizione delle coppie omosessuali non saranno discussi nella seconda sessione. Per mantenere un certo grado di armonia nella Chiesa, dobbiamo evitare domande che causano problemi? È questo un segno dei limiti del processo sinodale?
Mi dispiace, ma ancora una volta si tratta di un’interpretazione errata. Non dimenticate che il tema di questo sinodo è sinodalità – comunione, partecipazione e missione. Spero che la prossima assemblea sinodale si concentri su questo tema. Non dico che gli altri temi non siano importanti, ma sono al di là dello scopo di questa assemblea. Dobbiamo darle il tempo e l’opportunità di riflettere sul cuore della questione, ossia su come rendere la Chiesa più sinodale.

L’asse della Chiesa si è spostato da Nord a Sud. C’è una linea di frattura al Sinodo? Con un Nord e un Ovest che non possono più imporre le loro opinioni?
Non credo che si debba parlare di imposizione. Né dal Nord al Sud, né dal Sud al Nord. Una Chiesa sinodale è una Chiesa che ascolta tutti, che dà spazio al contributo di tutti. L’idea è di adottare proposte che possano essere condivise da tutti.

Alcuni vescovi europei propongono che l’ordinazione delle donne al diaconato e l’ordinazione di uomini sposati al presbiterato siano prese in considerazione dalle Chiese locali. Non dovrebbe più esistere un obbligo o un divieto universale in questo campo. Questa possibilità era già prevista al Sinodo sull’Amazzonia. Non si è verificata. Possiamo aspettarci qualcosa di diverso questa volta?
Queste domande non saranno discusse nella prossima Assemblea sinodale. Il tema della sessione è «Per una Chiesa sinodale».

Durante la crisi di Covid, lei ha sostenuto la necessità di una Chiesa meno clericale e più incentrata sulla diaconia. Ritiene che questo aspetto si rifletta nel lavoro del Sinodo?
Quando ho espresso il desiderio che la Chiesa diventi più diaconale, intendevo dire che deve essere al servizio dell’umanità. Questa è la nostra missione, essere al servizio degli uomini e delle donne, annunciando lo Spirito Santo.

Il Sinodo tornerà sui frutti delle pratiche ecclesiali ecumeniche. La Svizzera ha competenze in questo campo. Come si può tenerne conto?
La dimensione ecumenica è presente in questo Sinodo. Per la sessione del 2023, il Santo Padre ha raddoppiato il numero dei delegati «fraterni». Ha dato loro il permesso di invitare quattro nuovi delegati. In tutto saranno quindi 16 per la seconda sessione del Sinodo. Questo è un segno che l’ecumenismo è importante e sarà tenuto in considerazione. (cath.ch/lb/traduzione e adattamento redazionecatt)

Lucienne Bittar / traduzione e adattamento redazionecatt

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Il cardinale Grech a Berna | © catt.ch
22 Marzo 2024 | 09:31
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sinodo (103), sinodo2021-23 (220), svizzera (540)
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