Rappresentanti della Chiesa in Svizzera incontrano a Berna il cardinale Grech
Svizzera

Il cammino sinodale in Svizzera ha incontrato il cardinale Grech

«Dobbiamo riaccendere il fuoco nelle nostre società. Non possiamo stare a guardare quello che succede (…) Questo è l’obiettivo del Sinodo. Se amiamo veramente la Chiesa, dobbiamo impegnarci tutti in questo nuovo cammino missionario… facendo spazio allo Spirito Santo», ha detto il cardinale Mario Grech, Segretario generale del Sinodo, intervenendo a Berna, nel giorno di San Giuseppe, davanti ad una settantina di persone coinvolte in Svizzera nel cammino sinodale.
Il cardinale maltese è stato invitato dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) ad incontrare rappresentanti della Chiesa in Svizzera: laici, religiosi, religiose, presbiteri, teologi, assistenti pastorali e alcuni vescovi. Un incontro caloroso che si è svolto presso la parrocchia della Trinità a Berna. Dal Ticino era presente una delegazione impegnata nel cammino sinodale, composta dai membri dell’équipe Reti pastorali della diocesi di Lugano: don Sergio Carettoni, Valentina Anzini (delegata all’assemblea sinodale continentale), suor Roberta Asnaghi, Cristina Vonzun e Andrea Cavallini. Presente pure il teologo Hans Christian Schmidbaur della Facoltà di teologia di Lugano.

«La vostra presenza dice molto su ciò che la Chiesa sta attraversando. Anche in Svizzera», ha detto il cardinale Grech. «La Chiesa ha bisogno di missionari, di persone impegnate nell’evangelizzazione, non per lodare la Chiesa, ma perché, come è convinto il Santo Padre, dobbiamo riaccendere il fuoco nelle nostre società».

La sfida: essere Chiesa sinodale

Secondo il Segretario generale del Sinodo, il modo migliore per riaccendere la fiamma dell’evangelizzazione è quello di essere una Chiesa sinodale. «Non è questo il tempo delle leggi, né delle profonde riflessioni teologiche (…). (…) La posta in gioco è la cristianizzazione» ha ribadito Grech.

Seguendo il pensiero di papa Francesco, il cardinale Grech ha insistito sul ruolo centrale che ogni partecipante al cammino sinodale, qualunque sia il suo livello di azione, deve dare allo Spirito Santo. «Questo Sinodo ‘speciale’ ci aiuta a riconoscere l’azione dello Spirito Santo in ognuno di noi». «Senza di Lui, la Chiesa non ha futuro», ha sottolineato il porporato. È lo Spirito Santo che permetterà alla Chiesa di connettersi meglio con il mondo, di trovare le risposte giuste per le donne e gli uomini del nostro tempo».

Sottolineando la mancanza di credibilità di cui soffre oggi la Chiesa, il cardinale Grech ha insistito sul fatto che questo Sinodo è un’opportunità per dimostrare l’unità della Chiesa, piuttosto che i suoi dissensi! Ha aggiunto che «essere uniti non significa, ovviamente, essere uguali». La società civile deve capire che questo processo sinodale sarà vantaggioso per tutti», ha concluso il cardinale. Quando questo sarà il caso, «significherà il successo del Sinodo».

Il metodo della «conversazione nello spirito»

Dopo la presentazione del cardinale Mario Grech, i partecipanti hanno lavorato in piccoli gruppi seguendo il metodo sinodale chiamato della «conversazione nello spirito», lo stesso che è stato attuato al Sinodo che si è svolto a Roma, nell’ottobre 2023. Un’esperienza positiva per molti partecipanti all’incontro di Berna che per la prima volta si sono confrontati con questo arricchente metodo di dialogo sinodale.

Le donne nella Chiesa

Nel pomeriggio sono successivamente stati presentati e discussi da alcuni relatori tre contributi «svizzeri»: il tema delle donne nella Chiesa, la Sussidiarietà e la Sinodalità e le esperienze di democrazia e Chiesa sinodale. Non sorprende che sia stato il primo tema a suscitare il maggior numero di interventi. Suor Irène Gassmann, priora dell’Abbazia di Fahr, e Isabelle Vernet, responsabile della pastorale giovanile del Cantone di Vaud, hanno sottolineato che, sebbene la Chiesa accetti che tutti i battezzati siano rivestiti della stessa dignità, la metà di loro è ancora esclusa da alcune funzioni e organi decisionali.

La priora dell’abbazia di Fahr, madre Iréne Gassmann. Foto @bernardhallet

Per suor Irène Gassmann, è tempo che la Chiesa superi la fase delle «belle formulazioni» e che il processo sinodale porti a decisioni concrete sul tema della donna nella Chiesa. Questo darebbe maggiore credibilità allo stesso percorso sinodale. La priora ha anche detto che la comunità della sua abbazia «prega ogni giorno affinché il coraggio e lo Spirito Santo si manifestino nel processo sinodale». «Non si tratta di interpretare il ruolo dell’uomo e della donna nella Chiesa in termini di complementarietà», ha dichiarato Isabelle Vernet, «ma in termini di alterità, l’unico modo per riconoscere veramente l’altro nella sua differenza».

Il contributo svizzero

I quattro oratori successivi (mons. Gmür, vescovo di Basilea e presidente della CVS, Helena Jeppesen, delegata Svizzera al Sinodo, Urs Brosi, segretario RKZ e mons. Markus Büchel, vescovo di San Gallo) hanno sottolineato la «competenza» degli svizzeri nelle questioni sinodali e hanno invitato il Sinodo mondiale a trarne ispirazione. «Gli svizzeri sono i maestri del processo decisionale sinodale», ha detto mons. Gmür. «In Svizzera le decisioni vengono prese dal livello più basso. I quattro relatori hanno fornito al cardinale, giunto da Roma, un’ampia panoramica del sistema politico, democratico e confederale svizzero e del sistema ecclesiale duale svizzero (cath.ch/lb/traduzione e adattamento redazionecatt).

Lucienne Bittar/traduzione e adattamento redazionecatt

Rappresentanti della Chiesa in Svizzera incontrano a Berna il cardinale Grech | © catt.ch
19 Marzo 2024 | 21:40
Tempo di lettura: ca. 3 min.
sinodo (103), sinodo2021-23 (220)
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