Ticino e Grigionitaliano

Il commento ai Vangeli di domenica 4 settembre

Calendario Romano

Lc 14, 25-33 / XXIII Domenica del Tempo ordinario

Io ti mostro la luna e tu guardi il dito?

di Dante Balbo
La vita è già complicata così, come dice anche la Scrittura, piena di fatica e dolore, comunque troppo breve. Eppure proprio le difficoltà, le malattie, i lutti, i rovesci economici, il dolore innocente, ci interrogano con domande a volte laceranti. Questo accade perché siamo educati in una cultura scientifica, per cui vogliamo sapere le cause delle cose, l’origine degli eventi.
Quante volte ho ascoltato uomini o donne che mi hanno chiesto: «perché a me? perché mi ha lasciato? perché mi è venuto un cancro? perché mio figlio ha dovuto morire prima di me?».
La vita ci insegna che a queste domande non ci sono risposte, se non attribuendole ad un destino, a Dio, ad un karma purificatorio che sposta la consolazione altrove. Dio non risponde, non spiega, non chiarisce, però sceglie qualcosa di pazzesco: viene a vivere con noi.
Non solo, nel Vangelo della XXIII domenica del Tempo Ordinario, come constata don Willy Volonté, esagera e dice che se qualcuno non lo ama più di tutti, del padre, della madre, dei fratelli e addirittura della propria vita, non è degno di Lui. Tuttavia c’è un altro modo per leggere le dure parole di Gesù, perché da lui pienamente vissute nel dono di sé. Amare i propri genitori, i propri fratelli, la propria vita più di Lui, significa caricare loro e noi di un peso che solo Lui può portare.
La nostra vita, così fragile e appesa ad un filo, da sola non ci può dare la felicità che cerchiamo. Nessuno di noi e di coloro che ci amano, potrà essere coerente e capace di dare la vita ogni giorno per gli altri. Gesù invece fa quello che dice, si dona totalmente, senza riserve, abbracciando la nostra condizione fino alla morte infamante e ingiusta, mostrandoci la pienezza dell’amore. Cercare cause e spiegazioni è come guardare il dito che ci indica la luna e non la luce che illumina la nostra esistenza e la rende accettabile in questo amore che salva.

Calendario ambrosiano

Mt 4, 12-17 / I Domenica dopo il martirio di Giovanni

Nell’annuncio del Regno la gioia della conversione

di don Giuseppe Grampa
L’evangelo di questa domenica ci riporta le prime parole pronunciate da Gesù quando, dopo i lunghi anni di vita a Nazareth, nascosto nell’ordinarietà della vita quotidiana, lascia il villaggio per andare a vivere a Cafarnao. Dice Gesù: «Il Regno dei cieli è vicino, convertitevi». Non mancheranno anche sulle labbra di Gesù parole dure nei confronti dei suoi contemporanei ma è davvero importante che la prima parola non sia nel segno dello scontro e della durezza ma piuttosto dell’annuncio positivo e liberante. La prima parola è: «Il Regno dei cieli è vicino», più semplicemente: Dio stesso si è fatto vicino, la sua iniziativa di salvezza raggiunge ormai ogni uomo. Questo, solo questo è l’Evangelo, appunto la buona, bella notizia. E la Chiesa altro non deve dire se non questo. Ed io stesso, adesso, altro non devo dire a voi. Gesù aggiunge: «Convertitevi». Questa bellissima parola evoca, purtroppo, atteggiamenti talvolta fanatici di disprezzo per il proprio passato, talvolta di disgusto per la propria persona… Convertirsi invece è gesto positivo, è rivolgersi al buon annuncio che ci viene proposto per farlo nostro, è mutamento di pensiero per orientarsi verso Colui che si fa vicino a noi. Certo, questa conversione comporta mutamento di stile di vita, ma senza alcun disprezzo per quanto di bello, buono, giusto, degno abbiamo fin qui potuto compiere. Questo primo annuncio è costituito da due movimenti, entrambi necessari: il primo ha in Dio il suo protagonista. È Lui, il suo Regno, la sua azione misericordiosa che vince le distanze e crea la familiarità. Come sempre è Lui a compiere il primo passo verso di noi. Ma noi non siamo inerti e passivi: siamo chiamati ad accogliere l’annuncio e volgere a Lui lo sguardo e la vita. La gente che abitava le terre attorno al lago e che per primi ascoltarono l’Evangelo, il lieto annuncio, accorreva con entusiasmo travolgente: come vorrei che anche oggi questo primo annuncio destasse in noi un fremito di stupore e di gioia.

4 Settembre 2022 | 06:50
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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