Calendario Romano
Lc 14, 25-33 / XXIII Domenica del Tempo ordinario
di Dante Balbo
La vita è già complicata così, come dice anche la Scrittura, piena di fatica e dolore, comunque troppo breve. Eppure proprio le difficoltà, le malattie, i lutti, i rovesci economici, il dolore innocente, ci interrogano con domande a volte laceranti. Questo accade perché siamo educati in una cultura scientifica, per cui vogliamo sapere le cause delle cose, l’origine degli eventi.
Quante volte ho ascoltato uomini o donne che mi hanno chiesto: «perché a me? perché mi ha lasciato? perché mi è venuto un cancro? perché mio figlio ha dovuto morire prima di me?».
La vita ci insegna che a queste domande non ci sono risposte, se non attribuendole ad un destino, a Dio, ad un karma purificatorio che sposta la consolazione altrove. Dio non risponde, non spiega, non chiarisce, però sceglie qualcosa di pazzesco: viene a vivere con noi.
Non solo, nel Vangelo della XXIII domenica del Tempo Ordinario, come constata don Willy Volonté, esagera e dice che se qualcuno non lo ama più di tutti, del padre, della madre, dei fratelli e addirittura della propria vita, non è degno di Lui. Tuttavia c’è un altro modo per leggere le dure parole di Gesù, perché da lui pienamente vissute nel dono di sé. Amare i propri genitori, i propri fratelli, la propria vita più di Lui, significa caricare loro e noi di un peso che solo Lui può portare.
La nostra vita, così fragile e appesa ad un filo, da sola non ci può dare la felicità che cerchiamo. Nessuno di noi e di coloro che ci amano, potrà essere coerente e capace di dare la vita ogni giorno per gli altri. Gesù invece fa quello che dice, si dona totalmente, senza riserve, abbracciando la nostra condizione fino alla morte infamante e ingiusta, mostrandoci la pienezza dell’amore. Cercare cause e spiegazioni è come guardare il dito che ci indica la luna e non la luce che illumina la nostra esistenza e la rende accettabile in questo amore che salva.
Calendario ambrosiano
Mt 4, 12-17 / I Domenica dopo il martirio di Giovanni
di don Giuseppe Grampa
L’evangelo di questa domenica ci riporta le prime parole pronunciate da Gesù quando, dopo i lunghi anni di vita a Nazareth, nascosto nell’ordinarietà della vita quotidiana, lascia il villaggio per andare a vivere a Cafarnao. Dice Gesù: «Il Regno dei cieli è vicino, convertitevi». Non mancheranno anche sulle labbra di Gesù parole dure nei confronti dei suoi contemporanei ma è davvero importante che la prima parola non sia nel segno dello scontro e della durezza ma piuttosto dell’annuncio positivo e liberante. La prima parola è: «Il Regno dei cieli è vicino», più semplicemente: Dio stesso si è fatto vicino, la sua iniziativa di salvezza raggiunge ormai ogni uomo. Questo, solo questo è l’Evangelo, appunto la buona, bella notizia. E la Chiesa altro non deve dire se non questo. Ed io stesso, adesso, altro non devo dire a voi. Gesù aggiunge: «Convertitevi». Questa bellissima parola evoca, purtroppo, atteggiamenti talvolta fanatici di disprezzo per il proprio passato, talvolta di disgusto per la propria persona… Convertirsi invece è gesto positivo, è rivolgersi al buon annuncio che ci viene proposto per farlo nostro, è mutamento di pensiero per orientarsi verso Colui che si fa vicino a noi. Certo, questa conversione comporta mutamento di stile di vita, ma senza alcun disprezzo per quanto di bello, buono, giusto, degno abbiamo fin qui potuto compiere. Questo primo annuncio è costituito da due movimenti, entrambi necessari: il primo ha in Dio il suo protagonista. È Lui, il suo Regno, la sua azione misericordiosa che vince le distanze e crea la familiarità. Come sempre è Lui a compiere il primo passo verso di noi. Ma noi non siamo inerti e passivi: siamo chiamati ad accogliere l’annuncio e volgere a Lui lo sguardo e la vita. La gente che abitava le terre attorno al lago e che per primi ascoltarono l’Evangelo, il lieto annuncio, accorreva con entusiasmo travolgente: come vorrei che anche oggi questo primo annuncio destasse in noi un fremito di stupore e di gioia.
Chiesa cattolica svizzera
https://www.catt.ch/newsi/il-commento-ai-vangeli-di-domenica-4-settembre/