Ticino e Grigionitaliano

Il commento ai Vangeli di domenica 29 ottobre

Calendario Romano

L’amore è memoria di bene ricevuto

di Dante Balbo

Io sto bene, mangio tutti i giorni, ho un tetto sulla testa, l’acqua non devo andarla a cercare al pozzo, se mi ammalo ho un sistema sanitario eccellente. Sono un po’ preoccupato per l’andamento economico, la guerra non è poi così distante, ma sotto casa mia bambini e adulti giocano felici, acquistiamo beni, viaggiamo, le disgrazie altrui le vediamo solo in televisione. Forse per questo abbiamo perso il senso della solidarietà, dell’attenzione all’altro che ci passa accanto e non sta bene come noi.
Diverso era al tempo in cui Israele faceva memoria delle parole del suo Dio e ricordava le deportazioni, la schiavitù, la possibilità di restare senza i genitori o il compagno di una vita. Allora era il Signore stesso a ricordarlo, per chiedere a chi era stato salvato da tutto questo, che si prendesse cura di chi era più debole, solo e indifeso. Gesù nel Vangelo di questa domenica alza il tiro e ci dice che non è solo lo straniero, la vedova e l’orfano ad aver bisogno della nostra benevolenza, ma chiunque ci passi accanto, si rivolga a noi per un aiuto, o comprendiamo che ha un bisogno anche se non osa chiedere. La chiave non è la filantropia, una specie di imperativo morale, insegnatoci dai preti o dai genitori, ma la nostra condizione nei confronti di Dio. Il Signore infatti ci dice di amare il prossimo come noi stessi, non nel senso che siccome ci vogliamo bene dobbiamo allo stesso modo amare gli altri, ma perché noi siamo stati amati, gratuitamente, liberamente, infinitamente.
Non illudiamoci, la salute è fragile, il benessere è precario, gli affetti a volte sono passeggeri, ma l’amore di Dio resta, ci ha fatto esistere, ci ha regalato questa vita, ha per noi un disegno di felicità, continua a beneficarci, non ci lascia soli. Ha deciso di starci accanto, di condividere con noi tutto, persino la morte, pur di farci sentire veramente amati. La gratitudine per quanto ricevuto diventa la misura dell’amore che possiamo offrire e condividere, così come la medesima memoria ha condotto altri ad essere amore per noi.

Calendario Ambrosiano Mt 13,47-52 / II Domenica dopo la Dedicazione

L’azione misericordiosa di un Dio accogliente

di don Giuseppe Grampa

«Regno di Dio» o «Regno dei cieli» non designa tanto una istituzione ma piuttosto l’agire di Dio per noi. Ma come è questo agire? Ecco una immagine che aiuta la nostra comprensione. Dio è per noi rete gettata nelle acque del mare e che raccoglie gran numero di pesci. Che cosa dice di Dio questa immagine? La certezza che Dio è rete che tutti raccoglie; certezza che può sostenere la fatica del vivere soprattutto le ore buie.
Nel vocabolario del Nuovo testamento vi è un termine che designa lo stile di Dio: «makrothumia», «animo grande, magnanimo». E invece è rete aperta ad accogliere tutti. L’immagine della rete gettata nelle onde del mare, sottolinea l’ampiezza, l’universalità della chiamata al Regno. Come dire: Dio, il suo agire misericordioso è per tutti, senza discriminazioni. E infatti si dice che la rete raccoglie ogni genere di pesci buoni o scadenti. Tutti sono chiamati alla salvezza e l’evangelo è buona notizia per tutti, nessuno escluso. Infatti Gesù si rivolse a tutti e, con una predilezione particolare che provocò scandalo, si unì ai peccatori, ai meno stimati, a coloro che per ragioni diverse erano tenuti ai margini della società del tempo. Contro tutte le tendenze fanatiche che vorrebbero estromettere dal grembo della Chiesa coloro che hanno sbagliato, l’immagine della rete che raccoglie «ogni genere di pesci» è per noi un invito ad aprire le braccia e abbattere le esclusioni. La parabola ha una conclusione che potrebbe risultare sgradevole: dopo la pesca che ha riempito la rete i pescatori seduti sulla riva fanno una cernita, raccogliendo «i pesci buoni nei canestri e buttando via i cattivi». Sappiamo che al termine dei nostri giorni la nostra esistenza sarà valutata. Questa immagine del giudizio, la cernita che i pescatori fanno tra pesci buoni e pesci cattivi, sottolinea il ruolo della nostra libertà e responsabilità. A dispetto della rete che «cattura» i pesci – cioè noi – non siamo forzatamente catturati da Dio: l’Evangelo è infatti offerto alla nostra libera adesione.

28 Ottobre 2023 | 17:06
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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