Una croce in vetta (archivio)
Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 25 febbraio

Calendario Romano II Domenica di Quaresima

Un Dio che sanguina nel Figlio donato

di Dante Balbo*

Una bella interpretazione del sacrificio di Abramo, che viene descritto in questa seconda domenica di Quaresima, sostiene che in esso c’è il passaggio dagli dèi sanguinari che pretendevano vittime umane, al Dio che chiede l’offerta di un figlio, ma impedisce che si compia fisicamente. Abramo è l’uomo che è partito dalla propria terra, accettando una promessa in una sera piena di stelle in cui un Dio sconosciuto gli ha mostrato le miriadi di astri luminosi nel cielo e gli ha detto che avrebbe avuto una discendenza tanto grande, anche se da molto tempo aspettava un figlio, senza esito. A un certo punto la moglie lo aveva invitato addirittura a fare un bambino con una schiava, pur di tentare di realizzare la promessa, ma non era quello che aveva pensato il Signore. Infine Dio mantenne la promessa e diede a Abramo e sua moglie Sara un figlio, Isacco: un miracolo per due genitori anziani, un bambino che cresceva fiducioso nel padre.
Questo regalo meraviglioso nascondeva una prova terribile: il dono che aveva sperato, che aveva ricevuto quando ormai non se lo aspettava, gli veniva richiesto. Abramo continuò a fidarsi di Dio e gli offrì il suo unico figlio. Dio gradì la fede di Abramo, che sarà profeta, sul monte, dicendo a Isacco che il Signore provvederà all’olocausto. Non saranno più gli uomini ad immolare i loro figli: il Signore spezza la terribile tradizione e capovolge il sacrificio offrendo il suo primogenito una volta per tutte per la salvezza dell’intera umanità.
Mentre il sacrificio di Abramo resta giustamente incompiuto per mano di un angelo che fermerà il coltello, il Padre va fino in fondo e lascia che il Figlio viva il dono di sé fino all’estrema offerta, lacerando il suo cuore perché scaturisca l’acqua viva, offrendo la sua stessa vita nel sangue sparso di Gesù. Il terrore di Abramo durò solo tre giorni; ogni giorno il Padre rinnova il suo dono sull’altare, offrendo il Figlio Gesù, in un dono che si esaurirà solo alla fine del mondo.
*Dalla rubrica televisiva Il Vangelo in casa di Caritas Ticino

Calendario ambrosiano II Domenica di Quaresima

Cammino di fede con la Samaritana

di don Giuseppe Grampa

Lunga questa pagina evangelica, come lunga la conversazione di Gesù con questa donna senza nome, presso il pozzo nell’ora più calda del giorno. Una pagina che possiamo leggere in modi diversi. Anzitutto come itinerario di fede, cammino della donna alla scoperta del suo misterioso interlocutore. Il cammino della fede ha in Dio il suo principio, è Lui che fa il primo passo verso ognuno di noi. E qui, presso il pozzo è Gesù che rompe il silenzio assolato e chiede da bere. Così si avvia il cammino di scoperta di quest’uomo. E mi sembra stupenda la lenta progressiva scoperta del volto di Gesù da parte della donna. Non una scoperta improvvisa ma il lento svelarsi della sua identità. Non avviene così anche per noi quando giorno dopo giorno impariamo a conoscere una persona a scoprirne l’identità profonda? Un percorso che non ha fine e dona anche dopo lunghi anni di strada insieme la gioia di una fedeltà sempre nuova. Nella pagina evangelica i passi di questa progressiva scoperta sono i nomi che la donna adopera per rivolgersi al suo misterioso interlocutore. In un primo momento Gesù è solo un Giudeo e in quanto tale nemico. Ma poi si fa strada l’intuizione di una grandezza paragonabile a quella del patriarca Giacobbe. E ancora la donna ricorre ad un altro titolo, quello di profeta, per designare chi le sta dinanzi. Ma cresce in lei la consapevolezza della singolarità di quell’uomo fino a chiedersi se addirittura non sia proprio lui il Messia, l’Atteso. Così la donna presenterà alla gente del villaggio il suo misterioso interlocutore. Sarà la gente stessa a dire: «Questi è veramente il Salvatore del mondo». Notiamo la pazienza di Gesù che prende tempo per accompagnare la donna. Anche questa mi sembra una regola preziosa nel cammino di fede. La donna era venuta a cercare acqua e ha incontrato qualcuno che certamente ha cambiato la sua vita facendo di lei la prima testimone dell’Evangelo. Prima degli Apostoli, prima di tutti discepoli c’è questa donna senza nome che ancora oggi ripete a noi: «Venite a vedere…».

Una croce in vetta (archivio) | © hugues-de-buyer-mimeure-321544-unsplash
24 Febbraio 2024 | 17:10
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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