Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 7 aprile

Calendario Romano II Domenica di Pasqua

Uomini nuovi per un mondo nuovo

di Dante Balbo*

Negli anni 30 Aldous Huxley, nel suo libro «Il Mondo Nuovo», descrive una società in cui i bambini venivano fabbricati in appositi uteri artificiali, preparati da subito per una funzione. I soggetti «alpa plus» dirigevano la struttura sociale, poi seguivano altre classi, giù giù, fino agli «epsilon minus», gli operai, creati e addestrati per occuparsi dei lavori più umili e nelle condizioni più dure. Una società ordinata, in cui i privilegiati si divertivano nel lusso, traumatizzati dall’avvento di un «selvaggio» che rivelava loro un altro mondo in cui la gente tentava di sopravvivere e le donne mettevano al mondo i loro figli addirittura dal loro corpo. La profezia dell’autore non è molto distante dal modello sociale che in alcune parti del mondo si sta tentando di realizzare, ma il prezzo è altissimo: la disumanizzazione. A tutto questo si oppone il miracolo della Risurrezione, che non solo ci proietta di nuovo in una relazione più stretta con Dio, ma mette in movimento una generazione rivoluzionaria, al centro della quale sta l’amore reciproco, in virtù della Grazia ricevuta dal Risorto. In questa domenica si parla di questa comunità nuova, in cui ognuno non considerava più suo ciò che gli apparteneva, ma metteva tutto in comune. Nella seconda lettura S. Giovanni spiega il fondamento di questa relazione d’amore vicendevole, in cui nella risurrezione di Gesù si manifesta la benevolenza infinita del Padre. Per alcuni Pasqua è un evento, per altri un’origine da cui scaturisce una vita intera. A volte ci sembra impossibile e quasi un sogno vissuto per pochi anni e poi schiacciato dalla logica del mondo, ma è proprio la celebrazione di questo Tempo pasquale a mostrarci che la creazione nuova, nata dal risorto, continua a crescere, per rinnovare la faccia della terra, perché non è generata da progetti artificiali, ma dalla relazione fra uomini trasformati dall’amore di Dio. Al centro infatti c’è l’uomo, innalzato di nuovo alla dignità di figlio amato.

*Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e online su YouTube

Calendario ambrosiano Domenica della Divina Misericordia

Dalla fatica del credere alla fede nella Risurrezione

di don Giuseppe Grampa

Non meravigliatevi se oggi, guardando l’apostolo Tommaso, farò l’elogio dell’incredulità. Tommaso è diventato l’incredulo, lo scettico per eccellenza. Ma bisognerebbe invece esser onesti e riconoscere che Tommaso è in ottima compagnia con gli altri discepoli come lui increduli, per niente disposti a credere all’annuncio della Risurrezione. Le pagine evangeliche dei giorni dopo la risurrezione sottolineano la diffusa, tenace incredulità di tutti discepoli. L’annuncio pasquale è davvero vertiginoso per la nostra comprensione umana e se, pur avvertendo la bellezza, siamo come paralizzati dall’incredulità, se di fronte alla morte di Gesù così come di fronte alla morte di una persona cara non abbiamo che lacrime e rassegnazione. Ecco allora che siamo come i discepoli: la fatica ad aprirci alla novità della Pasqua è stata infatti anzitutto fatica dei discepoli.
Può essere anche la nostra fatica, quella di ognuno di noi. Non disponiamo di parole per dire la Risurrezione, mentre ne abbiamo per dire la nascita e la morte. Queste esperienze ci appartengono, mentre della Risurrezione non abbiamo esperienza alcuna.
Ecco perché l’incredulità merita ogni rispetto. Indica il limite della nostra comprensione umana, dà voce ad una assenza che è umanamente definitiva. L’incredulità di Tommaso e di tutti gli altri dice, con durezza, la potenza distruttiva della morte che bisogna umilmente riconoscere e attraversare affinché i nostri cuori, illuminati dalla fede, possano aprirsi all’incredibile parola della risurrezione. A noi, proprio a noi è dedicata quella parola di Gesù che può sostenere i nostri dubbi: «Beati coloro che senza aver visto crederanno».
I nostri occhi non hanno visto, le nostre mani non hanno toccato il corpo del Risorto eppure possiamo credere anche grazie al dito esitante di Tommaso che sfiora appena le ferite dei chiodi.

6 Aprile 2024 | 17:25
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!