Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 5 marzo

Calendario Romano Anno A / Mt 17, 1-9 / II Domenica di Quaresima

Due figli, due monti, un unico sacrificio

di Dante Balbo*

La Quaresima è un cammino e Dio viaggia con noi, perché il suo progetto non cambia, il suo amore non cede, il suo desiderio di felicità per noi non viene meno. Chiama Abraham, un pastore nomade, senza figli, per condurlo verso l’ignoto, promettendogli una discendenza immensa. Lo corona di benedizione con un figlio, per poi chiedergli l’impossibile: offrirlo sul monte in sacrificio. Abramo obbedisce, ma Dio non permette che vada fino in fondo, perché la morte non è la meta del sacrificio, è la fede a consacrare, fare sacro il figlio. Alla prima lettura della seconda domenica di Quaresima si contrappone il Vangelo, un altro figlio e un altro monte. Qui Gesù si mostra nella sua bellezza, in particolare svelando la sua figliolanza divina. Nessuno ha chiesto al padre di sacrificare il Figlio, è lui a offrirlo, dicendo sul monte la sua presenza viva, mettendosi pienamente in gioco. Quando Gesù dirà che quel monte è il simbolo di un altro colle sul quale il sacrificio di Abramo stavolta si compirà fino in fondo, i suoi non capiscono, ma anche per noi è inaccettabile che un Dio si lasci strappare il cuore dalla morte di un figlio, che un uomo così splendente della presenza divina sia oltraggiato, ferito, ucciso!
Eppure anche stavolta il sacrificio non ha per meta la morte, la consumazione della vittima in un rituale nel quale scompare e ha bisogno ogni volta di essere rinnovata, perché a morire è la sfiducia dell’uomo, quella che aveva spezzato il legame con il Creatore, mentre la fede di Gesù resta intatta e lo resuscita, trascinando con sé l’umanità salvata e rigenerata. Dio non ha permesso al primo figlio di essere ucciso, perché il cuore di Abramo non era abbastanza grande, anche se la sua fede lo rende padre di un popolo immenso. Dio si è offerto nel Figlio, perché il suo cuore non ha limiti e così come Gesù si è fidato, anche il padre si è affidato all’umanità del proprio figlio, per riaverci tutti nella sua casa.
*Dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube

Calendario Ambrosiano Anno A / Gv 4, 5-42 / Seconda Domenica di Quaresima

Verso la fede in pienezza: un cammino aperto a tutti

di don Giuseppe Grampa
Lunga questa pagina evangelica, come lunga la conversazione di Gesù con questa donna senza nome, presso il pozzo. Gesù prende tempo, nell’ora più calda del giorno, per accompagnare il lento, progressivo cammino della donna alla scoperta del suo misterioso interlocutore. Diversi i titoli che la donna adopera per designarlo, intuendo sempre più profondamente l’identità di quell’uomo. Aveva semplicemente designato Gesù come un Giudeo, un nemico appunto. Ma poi si chiede se quest’uomo non sia più grande del patriarca Giacobbe. E più avanti è persuasa di avere di fronte a sé un profeta. Addirittura nasce in lei il sospetto che il suo misterioso interlocutore sia il Messia e alla gente del villaggio dice: «Venite a vedere, c’è uno che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Non sarà per caso il Messia?». Al termine sarà la gente del villaggio a riconoscere: «Questi è veramente il Salvatore del mondo». Davvero questa pagina è cammino di fede, itinerario alla scoperta di Gesù che accompagna il lento, progressivo cammino della donna. Vuol dire che anche i frammenti di verità possono essere i passi di questo itinerario. Non disprezziamo i tentativi incerti, possono essere i passi, i gradini di una lunga ascesa. Non cediamo all’intolleranza e al fanatismo nei confronti di chi ancora non è giunto alla pienezza della fede. Al termine del dialogo la decisione da parte della donna di raccontare a tutti questo incontro. E qui l’Evangelista ha una piccola annotazione: «Lasciata la brocca…». La brocca era necessaria nella povera economia domestica per custodire il bene prezioso dell’acqua; ma quanto è avvenuto presso il pozzo ha così cambiato la vita della donna da farle dimenticare l’acqua e la brocca. Interlocutrice di questo dialogo è poi una donna, anzi una Samaritana. C’è una carica di provocazione in questa scelta di una donna, straniera e dal passato poco raccomandabile per farne prima testimone della fede. Il cammino della fede è aperto a tutti. In questa donna che non ha nome, tutti possiamo riconoscerci.

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4 Marzo 2023 | 17:04
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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