Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 3 marzo

Calendario Romano II domenica di Quaresima

Una casa di preghiera come Lourdes

di Dante Balbo*

Sono stato a Lourdes molti anni fa. Quello che mi ha colpito è la differenza straordinaria, fra ciò che circonda il santuario, un profluvio di negozi, con una varietà di oggetti, dal kitsch più sfrontato alle opere d’arte accessibili a tasche capaci e il silenzio sorprendente che circonda gli edifici all’interno del recinto del Santuario.
Il taglio è netto, così che sembra di essere in un altro mondo, una volta varcati i cancelli dello spazio sacro. Qui c’è silenzio, preghiera, carità manifesta nella cura dei malati, fiducia serena nel fatto che la supplica sarà ascoltata, anche se non necessariamente si vedranno guarigioni eclatanti.
Al centro non c’è la basilica, né la piscina della grotta, ma l’incontro, lo spazio misterioso in cui la Vergine continua ad accogliere e benedire, nella sua nicchia, al termine del cammino nell’acqua, che tanto ricorda il Battesimo. Il gesto di Gesù, che come un antico profeta si scaglia contro la mercificazione dell’incontro, trasformando la preghiera in scambi economici, sangue a fiumi, come se Dio si potesse comprare, scandalizza gli uomini del suo tempo. Subito dopo tuttavia, in un altro vangelo, che non è quello che leggiamo in questa terza domenica di quaresima, il maestro spiega il suo gesto, facendo ciò per cui è venuto: accoglie gli storpi, gli zoppi, i ciechi e li guarisce. Il tempio è diventato un idolo, le pratiche religiose un commercio, l’occasione di stare alla presenza del Signore si confonde con i mille cavilli del sacrificio eseguito correttamente. Gesù è il nuovo tempio, il suo corpo il luogo della confidenza di Dio, il suo sguardo misericordia senza condizioni, le sue mani vasi d’olio fragrante per benedire, consolare, guarire, accogliere.
Alle migliaia di agnelli sgozzati sugli altari, si sostituisce l’unica vera vittima, che sconfigge la morte nella pienezza del suo incontro con il padre.
Il tempio del suo corpo, cibo per noi, rende vera la preghiera di ciascuno, nessuno escluso, fino al ladrone sulla croce.

*Dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino

Calendario Ambrosiano II Domenica di Quaresima

Cammino di fede con Abramo

di don Giuseppe Grampa

Nelle pagine della Bibbia ritorna una espressione che è quasi una definizione di Dio. Di Lui si dice che è il Dio dei nostri Padri, e precisamente Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, Dio di Gesù, anche lui discendente di Abramo. Dio dei nostri Padri. Dunque Dio prima di essere il mio Dio è il Dio di altri, appunto dei nostri Padri. Può essere il mio Dio perché è il Dio di altri e io lo posso conoscere proprio perché è il Dio di altri e questi altri di Lui mi hanno parlato. Se voglio conoscere Dio devo ascoltare Abramo. E dopo Abramo quanti altri amici di Dio che ne hanno ascoltato le parole e ce le hanno trasmesse. La storia delle fede di ognuno di noi è storia di una grande compagnia di uomini e donne che di mano in mano hanno raccolto, custodito e trasmesso la Parola. Nel linguaggio cristiano questo gesto del passare di mano in mano si chiama «tradizione» che vuol dire appunto trasmettere, affidare ad altri quanto a mia volta ho ricevuto. Che cosa vuol dire essere «figli di Abramo»? Vuol dire avere nelle vene il suo sangue e costituire così il suo popolo? Questa la persuasione dei contemporanei di Gesù che invece afferma: «Figli di Abramo sono coloro che fanno le opere di Abramo» vivono della fede di Abramo. Nasce, con questa parola, una appartenenza che non ha nel sangue il suo fondamento ma nella libertà della coscienza che, nella fede, aderisce. Quante volte nel corso della storia una religione si è legata ad una appartenenza etnica, razziale o culturale. Quante volte le guerre hanno levato alto il vessillo di una fede per combattere un’altra fede. Guerre di religione si è detto e si dice anche oggi. Ma il popolo di Dio, il popolo che Dio raccoglie nasce e si nutre della fede di Abramo. È bello appartenere a questo popolo, stare nel respiro grande di questa folla di credenti che non conosce discriminazioni perché Dio può suscitare figli ad Abramo anche dalle pietre e da oriente e da occidente, da nord e da sud verranno i popoli e siederanno a mensa con Abramo. Chiediamo la grazia di poter dire, ogni giorno, con Abramo: Eccomi.

2 Marzo 2024 | 17:11
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