Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 14 gennaio

Calendario Romano Gv 1,35-42 / II Domenica del Tempo ordinario

Dio non aspetta, cerca te

di Dante Balbo*

Le vicende umane sono un susseguirsi di eventi, la maggior parte dei quali non ricordiamo. Chi si impegna a ritrovare la memoria del proprio vissuto, per esempio con la psicoterapia, oppure se vuol scrivere la propria autobiografia, si rende conto che dei giorni, mesi e anni che ha alle spalle, non sono molti i fatti che rammenta: un incontro speciale, un esame, il senso di noia di molti pomeriggi passati da solo, un riconoscimento ufficiale, i volti incontrati durante il giorno che la sera sfilano confusi. Dentro questo tessuto si manifesta la presenza di Dio, nelle parole di un amico, nello sguardo di un figlio, nella malattia in cui abbiamo sentito tutta la nostra fragilità e nello stesso tempo di non essere soli. Così ha fatto sempre il Signore, come testimoniano le letture di questa domenica, in cui un ragazzino servitore nel tempio si sente chiamare di notte ed è il sacerdote a fargli capire che si tratta di una chiamata del Dio che adoravano in quel luogo. Allo stesso modo nel Vangelo due discepoli di Giovanni, che avevano la vita già segnata da una vocazione chiara si sentono dire dal loro maestro che avrebbero dovuto seguire un altro, uno sconosciuto. Potremmo sforzarci per una vita, cercare la verità nelle esperienze più diverse, senza approdare a nulla, finché non riconosciamo che non siamo noi a dover fare il primo passo, ma possiamo rispondere a chi per primo ci ama e ci chiama. Ho conosciuto un uomo che ha girato il mondo, partendo dal Ticino, per approdare ad un eremo sopra Tesserete, dove finalmente si è arreso all’amore vero. Una cosa sola è necessaria, come ha notato lo scrittore russo Sinjavskij, torturato nei campi di concentramento sovietici: smetterla di pensare che le conquiste del progresso ci facciano padroni del mondo. Nel silenzio, nella profondità della notte o nello stupore di un istante sentirai la sua voce: come Samuele prova a rispondere «eccomi Signore, il tuo servo ti ascolta».

*Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e online su YouTube

Calendario Ambrosiano Gv 2,1-11 / II Domenica dopo l’Epifania

Maria, educatrice del popolo cristiano

di don Giuseppe Grampa
È davvero bello che il primo segno che ci viene offerto per incontrare Gesù sia quello di una festa di nozze. Ci insegna che siamo chiamati ad accogliere e trasmettere la gioia dell’Evangelo. Temo che invece sui nostri volti prevalga la fatica e forse la tristezza di vivere l’Evangelo che ci appare non tanto come lieto annuncio ma come carico oppressivo, irto di divieti e di conseguenti sanzioni. Temo che le nostre chiese non conoscano l’eccellente vino di Cana ma solo l’acqua, l’astinenza piuttosto che la gioia.
In questa festa di nozze un ruolo singolare è quello di Maria, la madre di Gesù. La conferma l’abbiamo nelle due parole che Maria pronuncia e che, nello loro apparente semplicità, tracciano la figura di questa donna, il suo posto nella nostra vita.
Maria dice una prima parola: «Non hanno più vino». Può sembrare una annotazione banale. E invece esprime la premurosa attenzione di Maria che sola tra tutti commensali intuisce il disagio degli sposi. Si è soliti dire che le mamme hanno una sorta di sesto senso e al loro sguardo i figli non possono sottrarsi. È vero e anche qui a Cana lo sguardo attento, intuitivo di Maria sa leggere ciò che manca perché la festa degli sposi non finisca nello squallore dell’astinenza.
E la seconda parola, rivolta ai servi: «Fate quello che vi dirà». Maria non interviene per risolvere il disagio di quegli sposi: il suo compito è quello di indicare il suo Figlio, a Lui solo dobbiamo volgerci. Ci indica la strada.
La tradizione orientale conosce una bella icona della Madre di Gesù, detta «Odigitria», colei che indica la strada. Nell’icona Maria ha sul braccio sinistro Gesù e con la mano destra lo indica. È Lui la strada.
A Cana Maria appare davvero come la grande educatrice del popolo cristiano: ci indica la strada, ci invita ad ascoltare le parole del suo Figlio per realizzarle.

13 Gennaio 2024 | 16:31
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