Sandro Vitalini
Ticino e Grigionitaliano

Gaia De Vecchi, dell’Università Cattolica di Milano, sul libro del teologo ticinese Vitalini

Il mistero del male nel mondo e la domanda su Dio e la sofferenza hanno interrogato per anni il teologo e prete ticinese Sandro Vitalini (1935 – 2020), tanto da diventarne il tema di una sua pubblicazione del 2009, che ora esce in una riedizione leggermente rivista e curata dal prof. Ernesto Borghi. «Dio soffre con noi?» è il titolo per la casa editrice La Meridiana.

«Quello che ho amato di questo libro – ci spiega la professoressa Gaia De Vecchi, teologa e docente all’Università Cattolica di Milano riguardo alla pubblicazione presentata domenica a Breganzona ad un incontro organizzato dall’Associazione biblica della Svizzera italiana – è che l’autore affronta il male non in una prospettiva teoretica, astratta e nemmeno esistenziale ma relazionale».

Professoressa De Vecchi, qual è l’attualità di questa riedizione?

La domanda «Dio soffre con noi?» è nuova e al contempo antica perché richiama al tema dell’Alleanza, al «Dio con noi», alla relazione. In questo periodo tutti abbiamo rimesso a fuoco l’importanza delle relazioni: da quelle spezzate dalla pandemia, interrotte e sospese a quelle mantenute tramite uno schermo, senza corporeità. Questo vissuto collettivo è occasione d’attualità per ripensare alla relazione tra l’uomo e Dio e al tema del male.

In che modo si impara a guardare la relazione tra Dio, l’uomo e il male nel testo di Vitalini?

La fragilità è il luogo della rivelazione di Dio. Nel passato, parlare di un Dio «fragile», non apparteneva certo all’educazione comune. Allo stesso modo, dire «Dio non vuole la nostra sofferenza» stona con quel pensiero che riteneva si fosse più cristiani se si cercava il dolore. Il teologo Vitalini ci aiuta a rivedere il modo di intendere le pratiche di fede: Dio non vuole la sofferenza, Dio non manda la sofferenza, non dobbiamo andarla a cercare per sentirci più cristiani. Semmai, quando la sofferenza accade, Dio non ci lascia soli.

Può esserci una fatica interpretativa da parte del lettore nell’accostarsi a questo libro?

Se c’è una fatica non è causata da un limite del libro ma dall’educazione ricevuta in passato, in ambito ecclesiale e sociale. Il pensiero comune interpreta il concetto di onnipotenza divina in opposizione alla debolezza. L’autore, invece, a partire da alcune parole del vescovo Tonino Bello, parla di «onnidebolezza» di Dio come amore infinito. Possiamo anche usare il termine «onnifragilità». La prospettiva cambia radicalmente: siamo obbligati ad una conversione di cuore, di testa e di parole per comprendere questa affermazione che il teologo Vitalini mostra essere fondata nella Sacra Scrittura e nella teologia.

In che senso, secondo mons. Vitalini, Dio soffre con noi?

L’autore pone l’accento sull’amore di Dio, sulla relazione: Dio continua a soffrire con noi perché continua ad amarci, anzi continua ad esserci.

Il ricordo di don Sandro: a Melide e in cattedrale

Oggi, sabato 19 settembre, alle 18 a Melide, dove don Vitalini crebbe, il consiglio comunale gli dedicherà il piazzale antistante alla chiesa dei Santi Quirico e Giulitta. Ma già alle 15.15 ci sarà un altro evento organizzato dal consiglio parrocchiale: nella chiesa parrocchiale, Giuseppe Zois, già direttore del Giornale del Popolo, guiderà una tavola rotonda a cui prenderanno parte don Mario Pontarolo, parroco emerito di Comano e Cureglia, don Gianfranco Feliciani, arciprete di Chiasso e la giornalista Corinne Zaugg. Alle 17, infine, il vescovo di Lugano, mons. Valerio Lazzeri, presiederà la celebrazione della Santa Messa.

Martedì 22 settembre, nella Cattedrale di San Lorenzo, alle 20, vi sarà un’altra Santa Messa in suffragio di don Sandro, sempre presieduta dal vescovo di Lugano.

Cristina Vonzun

Sandro Vitalini
19 Settembre 2020 | 05:05
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