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Internazionale

Cammino francese di Santiago: Da Puy en Velay a Saint Chély d’Aubrac

di Chiara Gerosa 

Le Puy en Velay è un centro di partenza di moltissimi pellegrini. Se vi è possibile consigliamo di fermarsi almeno un giorno intero per ammirare la città e il museo «Le Camino». Una nota a parte la merita la cattedrale che porta con sé un simbolismo molto forte e la celebre pierre des fièvres: qui si depongono tutti i propri pesi stendendosi letteralmente sopra la pietra su cui sembra sia stata costruita la chiesa. La cattedrale invita quindi il pellegrino ad una rinascita. Da non perdere nemmeno la spettacolare chiesa di Saint-Michel-d’Aiguilhe. Ed è proprio da quella cattedrale che domina la città, che il vescovo invia i pellegrini con la messa del mattino ogni giorno. Una cattedrale, che come una madre, partorisce i propri figli, aprendo la porta inferiore e lasciandoli partire per il loro cammino. Vi assicuro che, conoscendo questo simbolismo, percorrere le scalinate senza le lacrime agli occhi è difficile. Ai piedi della facciata in pietra ocra e nera, ci si volta un’ultima volta prima di raggiungere la città. Ora si parte sulla via podiensis, passando per l’antichissima place du Plot e ben presto ci si trova ad uscire dalla città con una salita impegnativa. Vale la pena girarsi quando si è in altezza per ammirare ancora le bellezze della città e scoprire facilmente la geologia dei luoghi. Si è ormai immersi nel Massiccio Centrale: si prosegue in salita nella campagna fra spighe, erbe dai mille profumi e colori e tanto verde fino a Montbonnet con la bella cappella di san Rocco dell’XI secolo accanto alla quale un tempo si trovavano un rifugio e un pozzo per i pellegrini. Si scende poi verso l’Allier nelle sue gole e si inizia a risalire alla sorprendente cappella- grotta di Monistrol-d’Allierscavata nella roccia. Si sale per molto tempo e ci si riposa infine nelle pianure dove un disabile ha creato un piccolo bar prima di affrontare la discesa per Saugues dove consigliamo la visita dell’ «église des pénitents».

Giunge il momento di entrare nella parte più selvaggia del cammino. Qui c’è da riempirsi occhi e cuore per la bellezza del creato: l’alto piano della Margeride che arriva a 1326 m, è un’immensa distesa di foreste e pianori. È quasi obbligatorio una tappa al rifugio del «Sauvage»: il tramonto rimane negli occhi e nel cuore. Il percorso prosegue tra piccoli villaggi (con diverse chiese interessanti e boschi e prati) fino a giungere a Aumont Aubrac. Entriamo nell’Aubrac, una zona particolarissima tappezzata da pascoli a perdita d’occhio, con rarissime piante. Si cammina tra praterie d’alta quota, lande, fiumi in distese punteggiate di rari rustici in pietra. Un luogo che abbiamo percorso in preghiera e ammirando la natura. Nessuna parola sarebbe stata all’altezza di quanto incontravamo. Giungiamo al villaggio di Nasbinals pieni di colori e profumi che sono penetrati nell’anima e ci lasciamo cullare dal fresco della chiesa romanica Sainte Marie. Il cammino prosegue in saliscendi passando da Aubrac dove si trova un’antica abbazia e da Saint Chély dove si percorre il ponte dei pellegrini.

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27 Luglio 2022 | 06:45
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