Ticino e Grigionitaliano

Un docente ticinese: la responsabilità e l’impegno dei giovani sono un bell’esempio anche per gli adulti

Come tante persone sto vivendo questo difficile momento della nostra esistenza, così colpita dalla pandemia in corso, con emozioni contrastanti e osservando la realtà che ci circonda da prospettive diverse. Emozioni contrastanti perché in questo periodo buio si alternano momenti di difficoltà con esperienze positive, di riscoperta di alcuni valori che credevamo sopiti da tempo. Chissà quante storie potranno essere raccontate quando riassaporeremo la libertà di prima. Eppure, anche l’incubo Covid-19 ci sta insegnando qualcosa e forse non tutto deve per forza tornare come prima. Penso alla riscoperta del tempo trascorso in famiglia, all’attenzione verso il prossimo, soprattutto chi è solo e anziano, e al valore di quei momenti importanti che segnano la nostra esistenza e che sono venuti forzatamente a mancare. Parlavo anche di prospettive diverse perché guardo la realtà che mi circonda da un osservatorio particolare: da genitore di tre bambini, da politico impegnato nella società e da docente di Liceo. Ed è proprio dal mondo della scuola, in questo caso, che ho scoperto un bell’esempio di reazione e convivenza con l’emergenza coronavirus. Parlo di quei ragazzi attorno alla maggiore età che, da oltre un mese, vivono con noi docenti una nuova esperienza di insegnamento a distanza. Non posso quindi generalizzare, sia per la tipologia di giovani con cui ho a che fare, sia per il contesto in cui li incontro e li seguo. Ma un aspetto essenziale davvero mi ha sorpreso: sono ragazze e ragazzi che stanno affrontando la pandemia in condizioni familiari diverse, ma la stragrande maggioranza di loro stanno dimostrando uno spirito di adattamento e una spontaneità nell’aiutarsi a vicenda e nell’allacciare contatti e relazioni a distanza che stride parecchio con lo stato d’ansia, di paura e di pessimismo che vedo troppo spesso negli adulti e, in particolare, in chi ha già superato la mezza età. Se penso poi, più precisamente, ai miei allievi di quarta liceo che si stanno preparando per la maturità, devo confessare che sono confrontato con esempi commoventi di persone che sognano il loro futuro, pensano alla nuova fase della loro vita che inizierà fra qualche mese, lontani da casa, e si chiedono chi diventeranno e cosa faranno veramente fra qualche anno. Nonostante tutto! Sì, perché gli esami di maturità e questo passaggio dal liceo all’università, che coincide anche con il primo vero distacco dalla famiglia, comporta uno stress emotivo non indifferente, soprattutto in questo periodo che ci condiziona e tende a smorzare l’entusiasmo di chi guarda al proprio futuro, ancora tutto da scrivere. Loro, però, nonostante le preoccupazioni per l’evolversi della pandemia e le ripercussioni sull’attività scolastica, mi stanno anche insegnando che sono responsabili, sanno seguire le regole e le raccomandazioni, ma con la loro inventiva e voglia di vivere sanno anche riorganizzarsi e adattarsi senza perdere la curiosità, l’amicizia e la solidarietà fra compagni. Certo nei giovani, così spesso additati di menefreghismo, non manca la goliardia o un pizzico di spavalderia, ma se guardiamo il comportamento di tanti adulti (anche sui social) allora preferisco raccogliere il bell’esempio che i nostri spensierati ragazzi ci stanno offrendo.

Paolo Danielli, docente di fisica al liceo cantonale di Mendrisio

19 Aprile 2020 | 13:10
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