Nei giorni scorsi è stato consegnato a Leydy Pech il prestigioso premio della Goldman Environmental Foundation.
Il Paese del centro America continua ad essere uno dei Paesi più violenti e rischiosi per la professione giornalistica.
È stato di 31.688 (dati aggiornati al mese di novembre) il numero di persone uccise da gruppi criminali in Messico. Lo afferma il Segretariato esecutivo del Sistema nazionale di sicurezza pubblica (Sesnsp), secondo il quale per tutto l’anno il numero di morti ha sfiorato ogni mese le 3mila persone.
«Pray Beyond Borders – Pregare oltre i confini» è l’iniziativa di preghiera ideata dalla comunità cristiana e da quella musulmana che ieri al confine tra San Diego in California e Tijuana in Messico si sono date appuntamento al Parco dell’amicizia, un luogo di incontro storico dove le famiglie, pur separate dalla recizione di frontiera, possono parlarsi e interagire.
Più di un migliaio di migranti salvadoregni, cubani, guatemaltechi, honduregni e messicani, accampati sul nuovo ponte internazionale nella città messicana di Matamoros (Tamaulipas), al confine con il Texas, sono stati i destinatari di una giornata di accompagnamento spirituale promossa dal Seminario diocesano di Matamoros.
Le Conferenze episcopali del Centro America sottolineano l’attenzione diretta della Chiesa per l’accoglienza, grazie alla rete di alberghi e case del migrante e all’impegno di tanti operatori pastorali, che vedono nel migrante «il volto di Cristo».
Nel messaggio i vescovi denunciano che la «dignità delle persone è stata svenduta per un piatto di lenticchie» con il governo messicano che si è «sottomesso alle imposizioni degli Usa». I presuli denunciano atti di ostilità e criminalizzazione contro le strutture di accoglienza.
Ieri, come si legge in un articolo del Sir, a Washington una manifestazione organizzata dal Centro Colomban per la difesa e la sensibilizzazione, dalla Conferenza dei superiori maggiori maschili, dalla Conferenza dei Gesuiti di Canada e Usa, dalla Conferenza delle religiose degli Stati Uniti, da Pax Christi Usa e altri, per protestare contro le politiche di immigrazione messe in atto alla frontiera, in particolare nei confronti dei bambini.
«Circa 15.500 bambini e giovani migranti sono stati registrati dalle autorità messicane per la migrazione nei primi quattro mesi dell'anno, 130 al giorno, secondo le ultime stime dell'Istituto Nazionale per le Migrazioni. Questa cifra rappresenta un aumento di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso», lo dichiara Henrietta Fore, Direttore generale dell'Unicef.
La drammatica realtà dei fatti — al confine meridionale la città di Tapachula, in Chiapas, sta vivendo una vera e propria crisi umanitaria — ha spinto martedì scorso il presidente della Conferenza episcopale, Rogelio Cabrera López, a diffondere un appello alle autorità di quel distretto federale affinché attuino un adeguato piano di emergenza.
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