Ieri, come si legge in un articolo del Sir, a Washington una manifestazione organizzata dal Centro Colomban per la difesa e la sensibilizzazione, dalla Conferenza dei superiori maggiori maschili, dalla Conferenza dei Gesuiti di Canada e Usa, dalla Conferenza delle religiose degli Stati Uniti, da Pax Christi Usa e altri, per protestare contro le politiche di immigrazione messe in atto alla frontiera, in particolare nei confronti dei bambini.
«Circa 15.500 bambini e giovani migranti sono stati registrati dalle autorità messicane per la migrazione nei primi quattro mesi dell'anno, 130 al giorno, secondo le ultime stime dell'Istituto Nazionale per le Migrazioni. Questa cifra rappresenta un aumento di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso», lo dichiara Henrietta Fore, Direttore generale dell'Unicef.
La drammatica realtà dei fatti — al confine meridionale la città di Tapachula, in Chiapas, sta vivendo una vera e propria crisi umanitaria — ha spinto martedì scorso il presidente della Conferenza episcopale, Rogelio Cabrera López, a diffondere un appello alle autorità di quel distretto federale affinché attuino un adeguato piano di emergenza.
Grazie all’Obolo di San Pietro il denaro sarà distribuito a 26 progetti di 16 diocesi e congregazioni religiose del Paese centroamericano.
Una missione al confine tra Messico e Stati Uniti in supporto alle donne e ai minori migranti che cercano di entrare negli Stati Uniti, provenienti da tutta l’America latina. E’ quella che da ieri, in occasione della Giornata internazionale della donna, vede impegnate alcune suore scalabriniane a Tijuana e Ciudad Juarez.
Il Pontefice ha ricevuto in udienza i vertici della Conferenza episcopale del Messico. Al termine, i presuli hanno diffuso una nota in cui riferiscono tra l’altro dell’impegno a favore dei migranti e della partecipazione del loro presidente all’Incontro sulla protezione dei minori.
La Conferenza episcopale messicana si oppone alla costruzione di questo muro tra due Paesi amici e si mantiene ferma nella visione espressa da Papa Francesco, cioè che in questo momento abbiamo bisogno di costruire ponti e non muri.
Sui nostri media si torna a parlare della carovana di migranti che preme al confine tra Messico e Stati Uniti. Difficilissime le loro condizioni tra speranza, rassegnazione e rabbia. La testimonianza di p. Rigoni: fuggono per poter sopravvivere.
Procede attraverso il Guatemala verso il Messico la carovana «dei disperati». Vescovi del Guatemala, «attenti alle loro necessità, lavorare per risolvere i problemi che causano espatrio»
Dilaga la criminalità in Messico. L’appello dei vescovi: «Contro la violenza non bisogna addormentarsi».
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