Don Pierre-Yves Maillard è presidente della CLCCS per il biennio 23-24.
Ticino e Grigionitaliano

«Verso il Forum cristiano svizzero», progetto ecumenico del futuro

di Gino Driussi

Per la prima volta nella sua storia, la Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Svizzera (CLCCS) terrà la sua prossima assemblea plenaria in Ticino, venerdì 23 e sabato 24 giugno presso il Centro aramaico di Pregassona, su invito della comunità siro-ortodossa, il cui parroco, padre Abramo Unal, è membro dell’Ufficio presidenziale.

Per la CLCCS non sarà comunque una prima assoluta in Ticino. Come molti ricorderanno, infatti, il 21 aprile 2014 essa celebrò presso il battistero di Riva San Vitale un vespro ecumenico che ebbe una grande risonanza e nel corso del quale venne firmato un documento sull’estensione del riconoscimento reciproco del battesimo.

Per il biennio 2023-2024, presidente della CLCCS è don Pierre-Yves Maillard (da non confondere con il suo omonimo consigliere nazionale e presidente dell’Unione sindacale svizzera), vicario generale per la parte francofona della diocesi di Sion. Lo abbiamo intervistato.

Quali sono le sue prime impressioni da presidente e quali obiettivi si è prefissato?

Sicuramente positive. Mi fa sempre piacere vedere lo spirito costruttivo che regna nelle varie strutture della CLCCS. Il mio desiderio è di allargare i legami ecumenici al di là della nostra Comunità di lavoro. A questo proposito c’è un progetto già ben avviato, quello di un Forum cristiano svizzero, come ne esistono a livello internazionale o – da noi – nella Svizzera romanda. Si tratta di incontri che durano alcuni giorni tra le varie realtà cristiane e che permettono di trascorrere del tempo insieme, per conoscerci meglio, anche in modo più informale, pregare e scambiarci delle opinioni. Il primo incontro di questo Forum è già fissato per l’autunno 2024 nella Svizzera tedesca.

Come valuta lo stato di salute dell’ecumenismo in Svizzera?

Comedetto,all’internodellaCLCCS esiste un’ottima collaborazione. Se invece guardiamo al difuori dei nostri steccati, a mio avviso la situazione è meno positiva. Ad esempio nella mia Chiesa, quella cattolica romana, ci sono certo stati molti documenti, pronunciamenti e azioni dei vari pontefici dopo il Concilio Vaticano II, un evento che ha certamente segnato una svolta. Tuttavia, vedo che l’ecumenismo fa fatica ad entrare concretamente nella nostra pastorale quotidiana, nelle nostre parrocchie. Forse è il segno di una certa stanchezza. Inoltre ci giungono segnali un po’ contrastanti dalle Chiese ortodosse e dalla galassia di quelle evangeliche libere.

La CLCCS non ha mancato di esprimere la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina, che ha provocato una spaccatura in seno alle Chiese ortodosse e anche scompiglio perl’appoggiodatodalpatriarcadi Mosca Kirill all’azione del presidente Putin…

Sì, e a questo proposito vorrei ricordare che lo scorso 24 febbraio, a un anno esatto dall’inizio della guerra, la CLCCS ha organizzato una preghiera per la pace nella cattedrale di Berna e ha incoraggiato gli organismi ecumenici regionali a fare altrettanto. Certo, la situazione continua a preoccuparci parecchio.

Nel 2025 ci sarà il 1700.o anniversario del primo Concilio ecumenico, quello di Nicea, e la Pasqua sarà celebrata alla stessa data da tutti i cristiani (il 20 aprile). Sappiamo che a livello ecumenico mondiale è già stata avviata la macchina organizzativa. E in Svizzera cosa si farà?

La CLCCS vorrebbe approfittare di questa occasione per rilanciare alla grande l’ecumenismo nel nostro Paese, affinché diventi una priorità e interessi tutto il popolo di Dio, non solo le solite cerchie. Abbiamo allo studio diverse iniziative, che presenteremo a suo tempo.

Il 23 giugno a Pregassona

All’assemblea di Pregassona è prevista anche una celebrazione ecumenica, aperta a tutti, che si terrà venerdì 23 giugno alle ore 17 nella vicina chiesa di S. Massimiliano. Seguirà una serata nel corso della quale la Comunità di lavoro delle Chiese cristiane nel Canton Ticino presenterà la situazione ecumenica cantonale e le sue attività.

La Comunità di lavoro delle Chiese cristiane

Concepita come una piattaforma nazionale intesa – come si legge negli statuti – a testimoniare, sulla base delle Sacre Scritture, l’unità delle Chiese fondata in Gesù Cristo e servirne il compimento, la Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Svizzera è stata fondata il 21 giugno 1971 a Basilea da sei Chiese: evangelica riformata, cattolica romana, cattolica cristiana, metodista, Esercito della Salvezza e Federazione delle comunità battiste della Svizzera tedesca. Da allora sono entrati a pieno titolo in questo organismo altri sette membri: le Chiese evangelica luterana, serbo-ortodossa, siro-ortodossa, greco-ortodossa (Patriarcato di Costantinopoli), ortodossa romena, anglicana e neo-apostolica. Ad esse si aggiungono, con lo statuto di osservatrici senza diritto di voto, l’Associazione delle Chiese libere della Svizzera tedesca VFG-Freikirchen, la Chiesa avventista del settimo giorno e l’Alleanza evangelica-Rete evangelica svizzera.

Don Pierre-Yves Maillard è presidente della CLCCS per il biennio 23-24.
21 Giugno 2023 | 16:56
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