Internazionale

UE: il diritto all'aborto deve essere protetto. La risposta dei vescovi europei

L’assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo ha approvato l’ennesima risoluzione che definisce l’aborto un «diritto umano». A seguito di un dibattito in Plenaria tenutosi mercoledì scorso, i deputati hanno approvato ieri, 9 giugno, una risoluzione nella quale si ricorda alla Corte Suprema degli Stati Uniti l’importanza di sostenere la storica decisione Roe v. Wade (1973) che protegge il diritto all’aborto nella Costituzione degli Stati Uniti.
Il testo non legislativo è stato adottato con 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni.
I divieti e le altre restrizioni all’aborto colpiscono in modo sproporzionato le donne in condizioni di povertà, affermano i deputati, che sottolineano che le donne che, a causa di ostacoli finanziari o logistici, non possono permettersi di recarsi in cliniche per la salute riproduttiva di Stati o paesi limitrofi, corrono maggiori rischi di subire procedure non sicure e potenzialmente letali.

Il principio di base, già espresso in precedenti risoluzioni, è che l’aborto appartiene alla sfera dei diritti umani sessuali e riproduttivi. Nella risoluzione, gli eurodeputati esortano i Paesi Ue a depenalizzare l’aborto, eliminare e combattere gli ostacoli all’aborto sicuro e legale, all’accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi SRHR, senza discriminazione alcuna. Il personale medico non deve negare alle donne l’assistenza all’aborto per motivi religiosi o di coscienza, poiché ciò mette a repentaglio la vita della paziente.

La posizione dei vescovi europei

Il voto non ha lasciato indifferente la Comece, la Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea, che ha peraltro tra i propri scopi quello di monitorare la politica e la legislazione dell’Unione Europea.

In un comunicato, la Comece ribadisce che «da un punto di vista giuridico non esiste un diritto all’aborto riconosciuto nel diritto europeo o internazionale. Pertanto, nessuno Stato può essere obbligato a legalizzare l’aborto, o a facilitarlo, o ad essere strumentale per praticarlo». E la Ue in particolare deve ricordare che, in base all’articolo 5 del trattato sull’Unione Europea, può agire solo nei limiti delle competenze che le sono state conferite dagli Stati membri. La Comece ricorda che già lo scorso febbraio aveva dichiarato che introdurre un presunto diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea sarebbe stato «privo di fondamento etico» e «causa di conflitto perpetuo tra i cittadini dell’Ue».

Infine, la Comece ricorda che «prendersi cura delle donne che si trovano in una situazione difficile o conflittuale a causa della loro gravidanza è una parte centrale del ministero diaconale della Chiesa»; «Le donne in difficoltà non devono essere lasciate sole, né si può ignorare il diritto alla vita del nascituro. Entrambi devono ricevere tutto l’aiuto e l’assistenza necessaria».

Agenzie

| © unsplash.com
10 Giugno 2022 | 15:28
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!

En relation