Ticino e Grigionitaliano

Tracce del sacro in Valle di Muggio tra storia, leggende e arte

Un piccolo territorio, quello della Valle di Muggio, ma dall’ampio respiro, con la presenza di maestranze e cantieri di lavoro attraverso i quali, nel tempo, artisti locali e dalla vicina Italia hanno potuto dar luogo a cappelle, oratori, chiese di tutto valore e che oggi il volume «Finestre sull’arte tra Valle di Muggio e Val Mara. Dall’epoca romana a oggi», a cura del Museo etnografico della Valle di Muggio, invita a scoprire passo a passo, appunto aprendo «finestre» o «sguardi» nuovi su un patrimonio inimmaginabilmente ricco. «Non si tratta di una guida d’arte come tutte le altre, bensì di una selezione, appunto una finestra su alcuni temi specifici concernenti la Valle di Muggio. Così la scelta è ricaduta su alcuni argomenti molto specifici: oltre gli edifici sacri, particolari cicli pittorici, l’attuazione di progetti di restauro, singole pratiche pittoriche, artisti o opere», ci racconta l’autore e curatore del volume – in collaborazione con un team di altri 12 redattori – Ivano Proserpi. Spunti tra i quali, nel volume, incontriamo anche un capitolo dedicato ai restauri e al rinnovamento portato dal Concilio Vaticano II o un altro all’arte di fra Roberto Pasotti, al quale si devono, nella Valle, le vetrate di quattro chiese diverse. Su su fino a storie meno note, come quella dell’Oratorio della Madonna di Loreto, sopra Bruzella: «Visibile da più punti della Valle, è per essa un vero e proprio riferimento. Lo si può raggiungere percorrendo la settecentesca Via Crucis, costruita sul modello controriformistico dei Sacri Monti, seppur con cappelle molto più semplici. E custodisce al suo interno una vera e propria preziosità: un piccolo ex voto che è in realtà un unicum nella regione. Il manufatto rappresenta infatti l’aggressione di due monaci domenicani, riproduzione del 1678 di un dipinto originariamente realizzato nel Cinquecento niente meno che da Tiziano per la Basilica veneziana dei Santi Giovanni e Paolo. L’opera è poi andata distrutta in un incendio e oggi di essa ci restano solo testimonianze come questa di Bruzella».

La pietà mariana

Un altro aspetto caratteristico della Valle sono le forme assunte dalla pietà mariana: «Riscontriamo in diverse chiese – Caneggio, Monte, Cabbio, Morbio Inferiore e Arogno, ad esempio – diversi cicli di tavolette raffiguranti i Misteri del Rosario, opere il più delle volte firmate dagli artisti della bottega del Morazzone, celebre pittore lombardo attivo tra Cinquecento e Seicento». Una circolazione di competenze favorita poi anche dalle Confraternite locali: «Penso ad esempio alla confraternita del Suffragio e di S. Gregorio a Sagno. Nata in origine a Bologna attorno al 1720 e poi trapiantata in Ticino, inviò a Sagno sin dai primi anni diversi oggetti per la liturgia, ancora oggi conservati», sottolinea lo studioso. Non solo opere rare, ma anche percorsi artistici, entro la popolazione locale, spesso inaspettati: «Ricorderei per finire la famiglia Silva di Morbio, gli stuccatori Francesco, Agostino e Gian Francesco, attivi nel Barocco, e poi anche nel Settecento il pittore Francesco Antonio Silva, testimonianza di come in una sola famiglia potessero fiorire più vocazioni artistiche, anche molto diverse tra di loro. Ai Silva, poi operosi nelle Marche e in Umbria, si deve il ritorno nella Valle di Muggio anche di molti dipinti da quelle zone, come dimostra uno degli edifici più noti, il Santuario della Madonna dei Miracoli di Morbio Inferiore. Se ogni monumento è una storia, allora l’invito, sfogliando il libro, è quello di andare alla loro scoperta». (L.Q.)

4 Maggio 2023 | 10:40
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!