Sfollati nella parrocchia latina di Gaza
Internazionale

Rapporto Fides: 20 i missionari uccisi nel mondo nel 2023

di Cristina Vonzun 

In totale sono 20 i missionari uccisi quest’anno nel mondo. Venti tra tanti. Infatti partiamo proprio da qui. La cifra di per sé recensisce unicamente persone morte in missione per la Chiesa, laici, religiosi o preti che siano, storie però emblematiche per almeno due ragioni: la prima è che vi si riscontra quella guerra mondiale a pezzi denunciata dal Papa. Oggi ci sono circa 27 guerre in corso (almeno secondo il Global conflict Tracker citato dall’Onu) conflitti, oltre quelli tra Israele e Gaza e tra Ucraina e Russia, che infiammano il mondo. In Medio Oriente, Asia e Africa si concentra l’80% dei conflitti. In Medio Oriente e Africa sono una quindicina i Paesi in stato di tensione, dalla guerra civile, all’instabilità politica, al conflitto etnico, al terrorismo transnazionale. Il Papa a Natale, oltre a Ucraina e Terra Santa ha ricordato alcuni altri Paesi in crisi bellica: Siria, Yemen, Armenia, Azerbaijan, Sahel, Corno d’Africa, Congo, Sudan e Sud Sudan, Camerun. Le vittime di cui parla il dossier Fides rappresentano l’esempioemblematicodella«banalità del male» concetto coniato dalla filosofa tedesca Hannah Arendt e che ci permettiamo di rileggere esprimendolo come «banalità della guerra »: «la guerra mondiale a pezzi» diventa un sistema globale permanente, giustificato da ogni sorta di interesse o ragione, comprese le spiegazioni per i morti innocenti (che sono la maggioranza, nei conflitti). Padre Faltas, vicario di Terra Santa, informa che a fine 2023 a Gaza sono 30 mila i morti, 40 mila gli orfani e il 70% delle case è distrutto. Torniamo al dossier. Le 20 vittime in diversi Paesi sono state uccise da soldati di eserciti regolari, da miliziani di bande armate fuori controllo, da gruppi di terroristi, da sbandati con il mitra mossi da un’ideologia, perché una presunta «ragione» dietro a chi spara, anche solo per aver ricevuto un ordine, c’è sempre. Don Jacques Yaro Zerbo, in Burkina Faso, è stato ucciso da uomini armati non identificati, nella regione di Boucle du Mouhoun; a Gaza Samar Kamal Anton e sua madre, Nahida Khalil Anton sono state colpite dai cecchini mentre camminavano verso il convento delle suore di Madre Teresa. Con altre donne cattoliche e ortodosse erano impegnate in un cammino di fede e di apostolato soprattutto a favore dei poveri e dei disabili. Anche la parrocchia è stata attaccata. In Nigeria, don Isaac Achi, è morto tra le fiamme durante l’assalto di un gruppo armato alla sua parrocchia; nelle Filippine la 18enne Janine Arenas e il 24enne Junrey Barbante, studenti coinvolti nelle attività della Cappellania universitaria della Mindanao State University sono stati ammazzati da una bomba fatta esplodere nella palestra dell’Ateneo,dovesistavacelebrando una messa. E via dicendo. La seconda ragione per cui queste 20 storie sono emblematiche è che parlano di tanti altri: quella maggioranza silenziosa di gente che nelle aree di crisi del mondo non si arrende alla «banalità della guerra», impedendo, con una «eroica» normalità, all’umanità di non sprofondare nelle tenebre.

Il Rapporto. La violenza e la forza dei miti

Nel 2023 sono stati uccisi nel mondo 20 missionari: 1 vescovo, 8 sacerdoti, 2 religiosi non sacerdoti, 1 seminarista, 1 novizio e 7 tra laici e laiche. È quanto emerge dalle informazioni raccolte anche per il 2023 dall’Agenzia vaticana Fides. l dati non riguardano solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti i battezzati impegnati nella vita della Chiesa morti in modo violento, anche quando ciò avviene non espressamente per motivi di fede. In totale sono 2 i missionari uccisi in più rispetto al 2022. Il numero più elevato è in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari: 5 preti, 2 religiosi, 1 seminarista, 1 novizio. In America sono stati assassinati 6 missionari: 1 vescovo, 3 preti, 2 laiche. In Asia sono morti, uccisi dalla violenza, 4 laici e laiche. Infine in Europa è stato ucciso un laico. Uno dei tratti distintivi che accomunano la maggior parte di queste persone uccise – si legge nel dossier – è senza dubbio la loro normalità di vita: non hanno compiuto cioè azioni eclatanti o imprese fuori del comune che avrebbero potuto attirare l’attenzione e farli entrare nel mirino di qualcuno. Nel dossier troviamo infatti preti che stavano andando a celebrare la Messa o a svolgere attività pastorali in qualche comunità lontana; assalti a canoni che e conventi dove c’erano operatori impegnati nella carità, nella promozione umana, nell’evangelizzazione. Persone che si sono trovate ad essere, senza colpa, vittime di sequestri, di atti di terrorismo, coinvolti in sparatorie o violenze di diverso tipo. Venti testimoni di fraternità, di voglia di vivere, di bellezza e di speranza. Il mondo va avanti anche grazie a loro.

Sfollati nella parrocchia latina di Gaza | © custodiaterrasanta
7 Gennaio 2024 | 10:43
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