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Ticino e Grigionitaliano

Quando la nascita di Gesù Bambino accade in Val Pontirone o in Val Bedretto

Greccio, magnifico borgo medievale in provincia di Rieti, vanta la tradizione di essere il luogo dove nacque la rappresentazione del presepe. Narra la leggenda – o la verità non accertata – che Francesco, di ritorno da Roma nel 1223, si fermò nel piccolo borgo reatino per celebrarvi il Natale e che lì ebbe l’idea di ricreare la stalla della natività come l’aveva vista a Betlemme. Fu così che da quel primo presepe di Greccio, la tradizione si diffuse in tutta la cristianità.
Se all’interno delle nostre case, come ogni anno, i presepi contribuiranno insieme all’albero, a creare l’inconfondibile atmosfera di attesa, non così sarà negli spazi pubblici. Molte delle tradizionali «vie dei presepi» che animano, durante il periodo d’Avvento, i nuclei dei nostri paesi, non ci saranno.Come pure non ci saranno molti presepi viventi. Tutto questo, per rispetto delle norme anti-Covid. Neppure a Bellinzona, avrà luogo quella che sarebbe stata la 16ma edizione del «Percorso dei presepi». Abbiamo tuttavia voluto scambiare due parole con Walter Gianotti, anima del gruppo dei presepi della comunità del Sacro Cuore di Bellinzona e che proprio in questi giorni vede due delle sue creazioni esposte al Museo nazionale di Zurigo, per la mostra che ogni anno il museo dedica, durante l’Avvento e fino al 10 gennaio, a presepi e calendari d’Avvento.
«Si tratta di due presepi «territoriali» – ci spiega Walter Gianotti – dove il peso della ricostruzione non viene tanto dato ai personaggi quanto all’ambientazione riconoscibile. In questo caso ho scelto per uno, l’entrata nord del nucleo di Ossasco, in valle Bedretto e per l’altro, il nucleo di Sant’Anna in val di Pontirone». Invece di ricreare un paesaggio di fantasia, dove sono la mangiatoia e i personaggi ad attirare l’occhio, Gianotti da quando ha iniziato a creare presepi con il cartongesso, ha scelto angoli, ambientazioni, paesi e paesaggi tipici del nostro territorio, dando concretezza a quanto racconta Giovanni nel suo Vangelo: «Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»; in mezzo al nostro villaggio, alla cascina di Pontirone o in una stalla della Valle Bedretto. Tra tutte le sue realizzazioni, forse, quella meglio riuscita è quella che immagina la nascita di Gesù Bambino alla Madonna del Sasso, esposta al Museo nazionale di Zurigo, nel 2014. Ma come nascono queste creazioni? «Parto dai miei luoghi del cuore. Per questo un giornalista anni fa aveva parlato di «presepi affettivi». Mentre passeggio nei boschi raccolgo materiali naturali: muschio, legnetti… Un ramo che può diventare un albero. Ci metto quasi un anno a realizzare un presepe».
L’attualità congiunta con l’emotività sono il motore di questa sua passione. Come nel caso del presepe di Lampedusa, che rappresenta la sacra famiglia a bordo di una fragile imbarcazione che sta per essere inghiottita da un’onda altissima. Facendo, chissà, la fine dei tanti profughi che hanno affidato le loro vite al mare, nella speranza di trovare un approdo saldo, altrove. Nel sito catt.ch la gallery con alcuni presepi di Walter Gianotti.

Il presepe di Lampedusa, realizzato da Walter Gianotti
«Il volto di Gesù illumina il mondo rurale»
Ambientazione: nucleo Sant’Anna in val di Pontirone.
«I l volto di Gesù illumina il bianco delle nostre valli»
Ambientazione: Entrata nord del nucleo di Ossasco in valle Bedretto.

Corinne Zaugg

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13 Dicembre 2020 | 12:25
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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