Ticino e Grigionitaliano

Prosegue il Festival della Dottrina sociale in Ticino. Voci di riconciliazione in un mondo in guerra

Ci avviciniamo al Natale. Con la meteo favorevole nelle notti stellate si può salire sopra le luci e il rumore cittadino, per guardare la bellezza del cielo, il bianco illuminato delle vette innevate e sotto, la valle, con le sue luci che parlano di vita quotidiana, di storie, incontri, domande e attese dei cuori.

Alzare lo sguardo è importante, soprattutto nei tempi difficili. Ma alzarlo verso cosa? E perché?

«Se i giovani non avessero la consapevolezza e il potere che il loro e nostro destino è di giungere dall’attuale all’eterno, traverso la zona del tempo, non ci sarebbe nulla da sperare: né da loro, né per noi: né di quel che saranno, né del sopravvivere nostro di popolo».

Questa citazione si trova all’inizio della raccolta di poesie «Il tempo di una cometa» della giovane scrittrice e giornalista ticinese Stella N’Djoku. Stella interverrà con altri autori, questa mattina alle 10.30 a Massagno, in un panel dedicato alla letteratura nell’ambito di uno dei molti incontri del Festival della dottrina sociale, evento che vuole mettere a tema la «pace in un mondo in guerra». Ne «Il tempo di una cometa» (edizioni ensemble. it, 2019) Stella N’Djoku esprime con la poesia gli incontri della vita e tutto quello che essi comportano: l’amore, le gioie, le lontananze, le perdite, il dolore. Ognuno di noi ha il suo personale elenco. Stella nei suoi versi parte dalla sua esperienza, compiendo una scelta di campo decisiva: posare il suo e il nostro sguardo «sul lato chiaro delle cose». Non per irenismo, ma perché senza la speranza chi siamo? Dove andiamo? E l’amore? E la sofferenza? E il distacco? E la guerra, pensando all’attualità messa a tema dal Festival ma anche ai conflitti che ognuno di noi vive nel suo piccolo?

La letteratura – quando racconta una speranza possibile, cioè uno sguardo che si impegna, come impegnativo è salire in montagna in inverno per andare a cercare la bellezza – non vuole dimenticare il presente ma semmai irrorarlo di speranza.

L’uomo e la donna che lavorano e insieme crescono una famiglia, il ragazzo a scuola, la coppia di anziani che ha detto «sì» al matrimonio da 50 anni, ma anche quelli che quel matrimonio hanno visto fallire, chi ha perso una persona cara, ebbene per tutti, alzare lo sguardo al cielo, alla bellezza, è cercare il lato chiaro delle cose, quel lato che sana, che offre energie per il quotidiano.

Tutto questo cosa c’entra con la pace? La pace possibile nasce dalla speranza. La pace che può accadere, da quella del nostro cuore alle relazioni interpersonali per arrivare fino all’impegno per la giustizia, l’equità, l’educazione, l’ecologia, nasce dalla speranza. In fondo, non è delle comete (e della poesia) rimandare con la loro luce e con la fugacità del loro apparire ad un messaggio di bellezza e di speranza? Scrive l’autrice:

«Non si spiega il cielo delle notti d’inverno/la linea che sfiora la schiena alle montagne/il chiarore dei baci alle ombre. Questa notte così azzurra/ha il rumore dei passi/l’attesa del Natale».

C’è bisogno del «lato chiaro delle cose» per cogliere la speranza, premessa alla pace.   

Il programma

Prosegue a Massagno il Festival della dottrina sociale. Iniziato ieri con i saluti delle autorità e la proiezione del film «La Grande Sete», oggi nell’Aula Magna delle Scuole elementari di Massagno, il programma prevede i seguenti appuntamenti: alle ore 9.30 la voce dei testimoni di guerra, con la giornalista Maria Acqua Simi e rappresentanti delle Comunità afghana, eritrea e curda; alle ore 10.30 «voci da un mondo di pace e di guerra», con il prof. Markus Krienke e diversi partecipanti, sia in presenza che in collegamento da diversi continenti, con Alexander Widmer, della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e Daria Lepori (per «Azione Quaresimale »). Alle 11.30 la «voce degli Autori », con Andrea Bertagni che dialoga con il vignettista e grafico Lulo Tognola e le scrittrici Olimpia De Girolamo e Stella N’Djoku; alle ore 14.10 la «voce del diritto internazionale », con Peter Schiesser che converserà con Dick Marty (già magistrato) e la prof. Cecilia Sanna; alle ore15.10 la «voce degli imprenditori », con Vieri Parmantier (UCIT) sulle conseguenze della guerra sull’economia locale e di esportazione. Partecipano: Samuele Lombardini, Rosy Falcone e Carlo Fontana. Alle ore 16.10 la «voce dei docenti e della scuola» sull’educazione alla pace, con Elena Bernasconi-Tabellini, formatrice certificata dal Centro Internazionale di Comunicazione Nonviolenta, Giovanni Cianni, docente di diritto all’Istituto Elvetico di Lugano, don Marco Dania, docente di Scuola elementare, Anna Grandi, già dirigente scolastica, Beatrice Mondada, docente di Scuola media e presidente di «Empa- ti», Paolo Scascighini, vicerettore del Collegio Papio di Ascona, Cristina Vonzun, docente SMS. Segue la tavola rotonda finale con Dick Marty, O. De Girolamo, D. Lepori e E. Bernasconi-Tabellini. Alle ore 20, infine, lo spettacolo teatrale «C’era una volta la guerra».

Cristina Vonzun

10 Dicembre 2022 | 06:31
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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