Una scena del film "Patagonia"
Svizzera

«Patagonia» vince il premio della Giuria ecumenica al festival del film di Locarno

Il regista italiano Simone Bozzelli ha ricevuto il premio della Giuria ecumenica. «Patagonia» si muove «tra violenza e tenerezza, ossessività e scoperta di sé», scrive la giuria. E vede anche «trasformazione e speranza» nel film.

di Charles Martig (kath.ch, traduzione e adattamento catt.ch)

Il film «Patagonia» parla di un rapporto impari tra due uomini. L’insicuro e indifeso Yuri incontra il clown e artista Agostino a una festa di compleanno per bambini. Per Yuri, lo spirito libero di Agostino esercita un’attrazione affascinante. Yuri fugge dalla sua vita quotidiana e dalla sua insicurezza. Sale sul camper e lascia che Agostino lo porti nel mondo degli artisti e degli showman itineranti.

Una storia avvincente e umana

La storia di questa relazione è dolorosa da guardare perché è piena di ambiguità. Agostino si approfitta di Yuri, mostrandosi dominante e protettivo allo stesso tempo. Per il giovane Yuri è una montagna russa di emozioni. La costellazione di personaggi ricorda «La Strada» di Fellini. Ma nonostante le ambiguità, il film riesce a catturare il rapporto impari in una storia convincente e umana.

«La loro relazione conduce entrambi in un pericoloso viaggio verso se stessi. Patagonia si muove tra violenza e tenerezza, ossessività e scoperta di sé. Il film fa entrare lo spettatore in uno spazio ambiguo in cui la trasformazione e la speranza sono possibili», così la giuria giustifica il premio. Il premio, messo a disposizione dalla Chiesa evangelica riformata e dalla Chiesa cattolica romana della Svizzera e dotato di 10.000 franchi svizzeri, va al regista Simone Bozzelli.

Film dalla Romania con menzione speciale

Oltre a «Patagonia», la giuria menziona il film rumeno in concorso di Radu Jude. Non aspettarti troppo dalla fine del mondo» è un ritratto sofisticato e intelligente della società di Bucarest. La giuria gli ha assegnato una menzione d’onore, affermando: «Il film affascina per la sua critica concisa del capitalismo e per la sua modalità autoriflessiva. I protagonisti dell’Europa orientale mantengono la loro sovranità culturale nonostante le condizioni di lavoro repressive».

La Giuria ecumenica ha celebrato quest’anno il suo 50° anniversario

Nel 1973 è stata istituita per la prima volta una Giuria ecumenica in un festival del film. Locarno è stato quindi il primo festival a riunire i premi SIGNIS e INTERFILM, che da allora vengono assegnati congiuntamente. La giuria quest’anno era composta da Petra Bahr (Germania, presidente), Micah Bucey (USA), Marie-Therese Mäder (Svizzera) e Joachim Valentin (Germania).

La Giuria ecumenica composta da Petra Bahr, Marie-Therese Mäder, Micah Bucey, Joachim Valentin (@ Film Festival Locarno)

Per il 50° anniversario della Giuria ecumenica, il regista István Szabó e stato invitato a Locarno e l’8 agosto ha ricevuto il Premio d’onore della Giuria ecumenica.

Leggi anche: Giuria ecumenica del Festival del film di Locarno: 50 anni di sensibilizzazione su valori sociali, umani e religiosi

Una scena del film «Patagonia» | © Claudia Sicuranza
12 Agosto 2023 | 18:43
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