Ticino e Grigionitaliano

Passa la gloria di questo mondo

Dopo la parabola delle dieci vergini, che ci spiega l’importanza delle buone opere (le lampade) custodite nella grazia (la fiamma viva), il Signore ci propone adesso per la domenica 15 novembre 2020 la parabola dei dieci talenti, che spiega l’importanza dei carismi, cioè delle propensioni naturali, della vocazione, delle capacità fisiche e mentali che ci rendono unici agli occhi di Dio e dunque fondamentali per la costruzione di una società buona, che riconosce all’uomo la dignità che gli spetta in quanto conosce il posto che spetta al suo Creatore.

Ma ancor prima che i carismi, i talenti possono rappresentare l’insegnamento di fede che Gesù ha trasmesso agli apostoli e gli apostoli alla Chiesa. In questo brano, infatti, ci sono due parole per indicare i denari: una è talento, l’altra è argento – argyrion, l’elemento che, per la sua durezza, nel linguaggio biblico denota la dottrina rivelata: «I detti del Signore sono puri, argento raffinato nel crogiuolo» (Sal 11,7), ma anche: «Argento pregiato è la lingua del giusto» (Pr 10,20).

Il Signore affida, secondo le vocazioni di ciascuno, determinati insegnamenti. La parabola ci presenta tre modelli di servi. Due di essi, pur avendo ricevuto una quantità diversa di talenti, riescono a ricevere degli interessi. La sapienza, infatti, chiama altra sapienza, suscita in noi e nel prossimo opere buone. Pur avendo capacità diverse, sono accomunati dalla medesima ricompensa. Le parole di elogio sono le stesse per entrambi: «Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». Infatti, chi compie la volontà di Dio dimostra fedeltà in cose che, se comparate alla gloria futura, impallidiscono per la propria miseria, sebbene in questa vita possano apparire tanto grandi.

Il terzo servo, invece, nasconde il suo unico talento in un buco scavato nella terra, cioè non dà testimonianza della propria fede, perché è soffocato da preoccupazioni terrene: sia essa il timore di qualche potente di turno, sia essa il desiderio di una qualche celebrità. Ma, come recita un famoso passaggio de L’imitazione di Cristo (un piccolo testo devozionale di cui consiglio la lettura), quam cito transit gloria mundi – «come passa velocemente la gloria del mondo», che muore insieme al corpo se non è radicata nella verità. Il servo pretende di giustificare il proprio peccato, cercando di presentarlo addirittura come un atto di prudenza. È questo un rischio spirituale molto forte e presente, forse troppo sottovalutato.

Il giudizio di Dio nei confronti di questo terzo servo è pertanto severo e ci interroga profondamente: «Servo cattivo e pigro» – cattivo, perché accusa implicitamente Dio di aver chiesto più del possibile – «avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri» – che rappresentano il magistero della Chiesa capace di indicare la via giusta per fruttificare la Parola di Dio – «Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha» – Chi infatti ha il dono della scienza e della predicazione, lo rende vano se non lo mette a disposizione dei fratelli per trasformarlo in opere vive, ma chi opera nella carità, riceverà altra carità da Dio.

Gaetano Masciullo

15 Novembre 2020 | 07:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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